Rassegna Stampa

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Housing sociale, la vera scommessa per restare tutti cittadini di Cagliari

Fonte: web Castedduonline.it
22 novembre 2012

L'intervento


di
Redazione Casteddu Online

Mercoledì 21 Novembre 2012 | 19:25

di Claudio Cugusi

Se avessi avuto la pretesa dell’infallibilità avrei fatto di professione l’indovino o lo scommettitore. Non il consigliere comunale di Cagliari. Però, la sensazione, l’impressione dominante, è che l’housing sociale - goffa parola dietro la quale si nasconde un universo che cercherò di spiegare brevemente – sia una sfida importantissima e attesa per il centrosinistra sardo (e per il Pd in testa) ma prima ancora per la classe politica tutta. E mi inorgoglisce, lo dico senza retorica, perché ridà per un attimo senso alla parola “politica” così svillaneggiata di questi tempi, pensare che questa sfida si accenda proprio nel Comune di Cagliari, dallacommissione Bilancio e Patrimonio che presiedo. Io non so quanto tempo il Consiglio di Cagliari impiegherà per approvare la proposta di istituire l’agenzia per gli affitti residenziali né quali modifiche il dibattito potrà apportare.

Vedremo..E non so nemmeno quanto la Regione intenda e possa contribuire a questo percorso, al di là dei primi tentativi di finanziamento operati sul bilancio 2011 e 2012 a favore degli enti locali più solerti. Quel che conta è avviare il processo dell'housing sociale sotto tutti i profili, pensare fattivamente a quelle migliaia di cagliaritani, soprattutto giovani, che in questi anni si sono allontanati dalla città la notte (salvo tornarci di giorno per lavoro) perché comprare casa risultava impossibile. A loro prima di tutto abbiamo deciso di rivolgerci, per tentare di farli tornare e per evitare che altri coetanei lascino ancora Cagliari, spopolandola e invecchiandola. E’ in ballo il diritto all’abitare sociale, che è diverso dal diritto alla casa così come era concepito, alla casa per tutta la vita. Può esserci, anzi di solito c’è, una casa per la prima parte della vita di coppia. Una casa per la vita da studenti universitari, per la prima volta fuori dal guscio familiare. Una casa per la vita da separati.

E il paradosso è proprio questo: a Cagliari ci sono case (circa quattromila costruite negli ultimi dieci anni e non abitate e altre tremila in centro storico chiuse e da ristrutturare) senza inquilini. E ci sono inquilini ma solo potenziali, senza una casa perché i prezzi e le garanzie richieste dai proprietari non consentono loro di affittare. Perché non provare, come ha fatto felicemente Torino in questi anni, a far incontrare pubblicamente, per il tramite del Comune, questa forte domanda di casa con l’offerta di casa, a oggi espressa soltanto per i canali ordinari della stampa e delle agenzie immobiliari private? Partiamo da un’agenzia comunale che operi però come il privato e abbia vetrine, offerte, vantaggi e regole chiare. Chiamiamo gli impresari e offriamo loro, in cambio delle case a prezzo moderato, il vantaggio della garanzia del Comune per il pagamento dell’affitto. Oppure altri vantaggi, come lo sgravio dei tributi locali. Chiamiamo chi sta cercando casa, controlliamo insieme il reddito e le possibilità, offriamo un incentivo per rimanere cittadini di Cagliari, garantiamo per loro a condizioni chiare e nei limiti di quanto il bilancio consente a questa sperimentazione. Questo è per noi l’housing sociale, il primo passo, da fare insieme, di un’economia sostenibile e sostenuta davvero, in una città dove è bello abitare e coesistere. Dove lo spazio consumato dalle costruzioni viene utilizzato e usato bene, prima di consumarne altro. Dico solo una cosa: abbiamo il dovere di provarci, con umiltà ma con fermezza.