MONTE URPINU. Beni militari in disuso, 58 siti mai restituiti
L'ex deposito costa 200mila euro l'anno
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C'è una città negata che deve essere subito restituita ai cagliaritani. ProgReS Progetu Repùblica lancia l'ennesimo appello a Comune e Regione per la riconversione civile delle servitù militari in disuso o in fase di dismissione. «Esistono cinquantotto siti appartenenti alle forze armate che possono essere messi a disposizione della cittadinanza - ha spiegato Massimo Cireddu, coordinatore di ProgRes Casteddu durante l'assemblea pubblica che si è tenuta mercoledì al Lazzaretto di Sant'Elia - un patrimonio enorme, costituito da abitazioni, caserme, aree verdi e strutture balneari, completamente precluso alla collettività ma che pesa ogni anno sui bilanci pubblici».
IL DEPOSITO «Il caso più eclatante è quello del deposito carburanti dell'Aeronautica militare di Monte Urpinu dismesso nel 2006 - dice Paolo Erasmo, ex maresciallo in pensione e co-promotore dell'iniziativa - un'area estesa come tredici campi da calcio, in una zona dall'alto valore ambientale. Dal 2008, infatti, la Regione spende 200 mila euro l'anno per la vigilanza». Uno spreco inaccettabile, secondo gli esponenti di ProgRes, facilmente evitabile se la struttura venisse affidata alle associazioni che ne richiedessero l'utilizzo.
LA BUROCRAZIA L'iter burocratico per la concessione delle ex servitù però è lungo e complicato e a questo punto entrerebbe in gioco l'autorevolezza del Comune: gli uffici di via Roma sarebbero i mediatori ideali per selezionare i progetti più validi ed economicamente autosufficienti e attivare un canale privilegiato con la Regione per l'assegnazione. ProgRes tuttavia denuncia l'immobilismo delle istituzioni: un potenziale che rimane inespresso, in certi casi in balia dell'incuria e del degrado, proprio in un momento in cui la richiesta di spazi da parte delle associazioni cittadine è difficile da soddisfare. Orti urbani, sale prove per gruppi musicali emergenti o compagnie teatrali, palestre, centri di aggregazione: sono infinite le possibilità dal punto di vista culturale, sociale e urbanistico.
Progetti lungimiranti, che devono camminare tuttavia con le proprie gambe, usufruendo per esempio dei fondi Por messi a disposizione dalla Comunità Europea. «La città deve conoscere ciò che le viene negato - conclude Cireddu - per questo motivo promuoveremo una serie di escursioni verso tutti i siti che potrebbero essere riconvertiti». Primo appuntamento domenica: alle 10 partenza da viale San Bartolomeo per conoscere otto servitù militari presenti nell'area di Calamosca.
Luca Mascia