Partecipazione inferiore al 2009, ma allora c'erano le liste per il direttivo regionale
Solo 75mila votanti. Il Pd: qui si fa sentire di più la crisi
Nella notte di via Emilia, l'entusiasmo per la partecipazione alle primarie si è affievolito col passare delle ore. Gli organizzatori, riuniti nella sede regionale del Pd, avevano iniziato la raccolta dei dati sperando di confermare le previsioni della vigilia (80mila votanti). Dopo le prime notizie sembrava a portata di mano quota centomila.
Rapidamente la previsione è stata aggiornata a 95mila; poi è ritornata ai pronostici iniziali. E il dato finale parla di 75.330 votanti. «Affluenza non esaltante», ammette Franco Marras, coordinatore della segreteria del Pd e rappresentante bersaniano nel comitato organizzatore: «Qui però viviamo condizioni economiche e sociali terribili. Non credo abbia inciso il versamento di due euro, ma la gente pensa a come arrivare al giorno dopo».
BERSANIANI Per queste ragioni non c'è comunque un vero allarme partecipazione nei partiti. E anche perché il confronto con altre primarie è falsato da diversi fattori. «I numeri sono omogenei al dato nazionale, anche rispetto alle primarie del Pd del 2009», osserva il segretario democratico Silvio Lai, «ora lavoriamo tutti per un secondo turno partecipato: chi non ha votato domenica può farlo iscrivendosi negli uffici elettorali il 29 e il 30 novembre». Ma sulla questione pende l'ennesima lite sulle regole che si è sviluppata a livello nazionale.
Restando al campo bersaniano (che comprende lo stesso Lai), non vede un astensionismo clamoroso il presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu: che pure, lanciando la propria candidatura alle primarie per le Regionali 2014, aveva messo in guardia dal «pericolo siciliano». I numeri più elevati delle precedenti primarie del Pd, secondo Deriu, «non si possono confrontare con quelli odierni: allora si votavano anche le liste per l'assemblea regionale e nazionale, c'erano migliaia di candidati in tutta l'Isola». Quanto al ballottaggio, «ha ragione Renzi, è un'altra partita. Invito i bersaniani a non cullarsi sugli allori. Nessun dorma». Franco Marras condivide: «Continueremo a impegnarci per spiegare ai sardi che Bersani è quello che conosce meglio i nostri problemi e ha le proposte più concrete per risolverli».
I ROTTAMATORI I renziani invece aprono la settimana decisiva con una polemica, nata da un comunicato del comitato Bersani - diffuso ieri pomeriggio - che per una svista recava l'intestazione del coordinamento regionale delle primarie. «La gaffe rivela il fastidio per la sfida di Renzi», attaccano Chicco Porcu e Gavino Manca, rappresentanti del sindaco nel coordinamento stesso: «Che il gruppo dirigente alla guida del Pd sardo utilizzasse in maniera disinvolta la struttura di partito per tirare la volata a Bersani era un sospetto ricorrente per molti, ma quel che è successo lascia increduli».
Per Giuseppe Frau, sostenitore della prima ora del Rottamatore, il ballottaggio sarà un'occasione di nuova partecipazione: «Ho già ricevuto molte chiamate di persone che non sono andate a votare domenica, e ora chiedono come fare. Forse per effetto della polarizzazione tra Renzi e Bersani». Una settimana in più «potrà darci il tempo di far passare ancora meglio il messaggio di Matteo. Con tutto il gruppo dirigente schierato per Bersani, il risultato sardo del segretario non mi sembra straordinario».
SEL I renziani cercheranno di aggiudicarsi un po' di voto vendoliano, che spesso è un voto giovane. Ma il leader di Sel Michele Piras ancora non sceglie: «Renzi ha ottenuto un voto di opinione, diffuso. Bersani un voto organizzato, diffuso. Noi abbiamo fatto il massimo, ci siamo ed in Sardegna ci siamo anche difesi molto bene. Auguri ai due finalisti, spero che in questa settimana sappiano rendere onore al popolo delle primarie e alla futura coalizione di governo».
Su Facebook, il segretario provinciale di Cagliari Francesco Agus sottolinea «una piccola-grande soddisfazione tutta nostra: Cagliari è la provincia dove, Puglia a parte, Nichi ottiene il risultato maggiore. Se l'Italia fosse come Cagliari, al ballottaggio ci saremmo noi».
I PICCOLI PARTITI Se Sel aspetta a decidere, non così i centristi: Roberto Capelli, consigliere regionale dell'Api, non soddisfattissmo del risultato di Bruno Tabacci («ci si poteva attendere qualcosa di più, ma è stata una partecipazione dignitosa»), confida all'Ansa il suo sostegno a Bersani.
A maggior ragione il segretario avrà i voti dell'Upc-Moderati, che lo aveva scelto già in vista del primo turno: «Il risultato di domenica - commenta il segretario regionale Enrico Piras - premia lo sforzo che il nostro movimento ha profuso per Bersani, in tutte le otto province. L'impegno prosegue ora, con la stessa partecipazione, per il ballottaggio». «Soddisfazione» per la vittoria bersaniana anche da Federico Palomba, segretario regionale dell'Idv che aveva raccomandato ai suoi di votare «chi, come Bersani, ha detto di non voler sostenere un Monti bis».
Giuseppe Meloni
NELLE PROVINCE. Vendola in vantaggio a Cagliari, il Rottamatore recupera a Sassari e Olbia
Il nord regala a Renzi il secondo posto
I più bersaniani sono gli ogliastrini, quelli più fedeli a Matteo Renzi sono i galluresi. Nichi Vendola va bene soprattutto a Cagliari. La geografia del voto sardo alle primarie segnala queste tendenze, all'interno di una complessiva vittoria del segretario nazionale.
BERSANI Per il leader democratico la percentuale raccolta in Sardegna (53,2) è addirittura la terza tra tutte le regioni. L'ex ministro prevale in tutto il Sud, dove supera quasi sempre il 50 per cento, tranne che nella Puglia vendoliana. Invece a nord di Napoli Bersani ha la maggioranza assoluta solo in Liguria.
Ma solo in Basilicata e Calabria il dato finale è migliore di quello sardo: 56,4 per cento nel primo caso, 54,7 nel secondo. Notevole anche il distacco da Renzi, che non raccoglie più del 23,1 per cento. Il merito della vittoria bersaniana è dovuto in particolare alle prestazioni in Ogliastra, nel Medio Campidano e nella Provincia di Nuoro, superiori al 60 per cento. Molto bene anche nel Sulcis, attorno al 55, mentre il dato oristanese è più o meno sulla media sarda. A Cagliari il segretario si ferma a pochissimi voti dalla metà esatta dei consensi, mentre al nord incontra i soli dispiaceri: sotto il 49 sia in Gallura che a Sassari.
IL SECONDO POSTO Gallura e Sassari sono anche i territori in cui va meglio Renzi, oltre il 30 per cento. Ma nel totale il Rottamatore resta lontano dall'ottimo risultato nazionale. E Vendola in Sardegna lo tallona. Nella sfida per il secondo posto, il leader di Sel prevale nelle province di Cagliari, Sulcis e Medio Campidano, ma solo nella prima stacca significativamente il sindaco fiorentino.
Invece dall'Ogliastra in su vince Renzi, talvolta di un'incollatura (Nuoro), altrove in maniera netta. La campagna renziana puntava molto sul voto d'opinione più che sugli apparati di partito, ma i migliori risultati arrivano dove ci sono sostenitori con un consolidato seguito elettorale: a Sassari il consigliere regionale Gavino Manca, area parisiana (e lo stesso Arturo Parisi ha reso esplicito il sostegno a Renzi), in Gallura un ex consigliere con origini simili, Pier Luigi Caria. A Oristano un altro ex onorevole, Antonio Biancu, già capogruppo della Margherita e del Pd; e a Cagliari (dove pure si sente l'effetto Zedda a favore di Vendola) Chicco Porcu, alla sua seconda legislatura dopo essere entrato in Consiglio nel 2004 con Progetto Sardegna.
È appunto il capoluogo regionale, grazie al sindaco, il terreno di caccia più favorevole a Vendola, che sta comunque sopra il 20 per cento anche nel Sulcis. Poi vengono, nell'ordine, le province di Oristano, Sassari e Medio Campidano; un po' meno bene a Nuoro, in Ogliastra e in Gallura.
GLI ALTRI Tutto sommato non male Laura Puppato, che non aveva grandi supporter nell'Isola: gratta via un 2,3 per cento distribuito in maniera abbastanza uniforme. Invece Bruno Tabacci, fermo a un non esaltante 1 per cento, oscilla tra province in cui è pressoché inesistente (Gallura, Cagliari) e altre in cui va oltre il 2: la percentuale migliore - 2,7 - a Nuoro, terra del consigliere regionale dell'Api Roberto Capelli. (g. m.)