Piace il lavoro di teatrodanza in scena al Minimax di Cagliari
Una produzione del Balletto di Sardegna
Nel volgere di pochi anni la scena coreutica ha subito scosse così forti da rendere quasi irriconoscibili linguaggi, stili e saperi del corpo. Oggi più di ieri tutto è all'insegna del rimescolio delle arti, dell'abbattimento delle frontiere interdisciplinari, facendo sì, ad esempio, che in una pièce teatrale il corpo si esprima meglio nel gesto che non nella parola e in una coreografia un monologo risulti “coreograficamente” necessario quanto il movimento. “The Box”, nuova produzione del Balletto di Sardegna presentata domenica a Cagliari per “Find 30” in un gremito MiniMax, è un lavoro di teatrodanza sul tema del dubbio, esaltato al punto da essere trasformato in un potente mezzo di conoscenza di se stessi e degli altri. Un elogio al “non so”, dove parola, danza, interrogativi e divertimento (il pubblico viene coinvolto), saltano fuori da una scatola metafora dell'esistenza, per mano di un mago determinato a muovere scacco matto alla certezza in cinque mosse, che poi sono i quadri da cui la drammaturgia è composta: dubbio è caos, la linea della luce, coprifuoco del pensiero, Jack in the box, elogio del dubbio. Un gioco in cui lo spettatore viene stimolato a cambiare sguardo e prospettiva, attraverso una continua ricerca di nuovi paragoni e nuove forme di consapevolezza. Alla fine applausi per la danzatrice Cristina Locci e l'attore Stefano Silvestri, entrambi efficaci, diretti da Max Campagnani.
Carlo Argiolas