San Michele, non si arresta il traffico di eroina ai piedi del Colle. I cancelli dell’ex circoscrizione sono sbarrati, ma nulla impedisce di entrare e uscire. Nel retro, una ragazza “si buca” in pieno giorno. Ecco i carabinieri ma tutto continua
Autore: Andrea Deidda
San Michele, non si arresta il traffico di droga ai piedi del Colle. In via Cinquini cancelli dell’ex circoscrizione sbarrati ma nulla impedisce di entrare e uscire. Dietro, sotto gli occhi dei palazzi, continua lo spaccio e l’assunzione di stupefacenti: una ragazza “si buca” in pieno giorno, sabato pomeriggio. Domenica ecco i carabinieri, ma tutto continua.
Un lucchetto che lega una catena, di quelle che si usano per tenere al sicuro le biciclette. Dopo l’allarme lanciato in Consiglio comunale, il sopralluogo della Asl e l’ordinanza del sindaco Zedda, sabato e domenica pomeriggio la “messa in sicurezza” dell’edificio si presenta così, niente di più. E niente è cambiato per chi ora vede, in quello prima era un presidio della politica, un centro di spaccio.
Una volta scavalcata la bassa recinzione l’ingresso è aperto, come è sempre stato da diversi anni a questa parte. Il primo ad arrivare alle cinque del pomeriggio è un signore in sella a uno Scarabeo: scende con il casco ancora addosso e scavalca da un lato per poi entrare. Dopo di lui una coppia. Ma se quello che accade all’interno è vietato agli occhi dei passanti, non lo è invece ciò che succede a poche decine di metri di distanza, nello sterrato racchiuso tra le vie Alliata Belto, Serbariu e Cinquini, proprio di fronte a case e palazzi. Qui una figura maschile, capelli lunghi e maglione nero, è seduta davanti a un muretto: i suoi movimenti sono lenti, sta per accasciarsi sulle ginocchia, poi si riprende. Nel frattempo arriva una ragazza, non si salutano. Si siede accanto a lui e tira fuori qualcosa, una siringa.
Arriva un altro uomo, smanicato scuro e una felpa verde addosso. Dopo alcuni minuti la dose è pronta, lei alza la manica del braccio destro e porge al nuovo arrivato l’avambraccio per l’iniezione. Poi cambia posizione e braccio, ora il sinistro. Passano alcuni tristi minuti e il rituale ricomincia mentre alla loro sinistra due uomini si scambiano qualcosa per poi sedersi in terra. Mentre di tanto in tanto qualcuno esce dall’ex circoscrizione, più lento e meno sicuro nei passi rispetto a come era entrato circa mezz’ora prima.
Domenica, alla stessa ora, lo scenario non cambia. Nel giardino dell’ex circoscrizione entra un uomo, dopo aver lasciato il suo scooter giallo sul marciapiede. Si aggira con un atteggiamento circospetto, dopo alcune decine di minuti arriva un auto dei carabinieri: gli chiedono di uscire. Parla con uno dei due militari che scrive qualcosa. Il collega scavalca. Dal retro si affaccia un uomo, capelli lunghi e giubbotto nero, che vaga a stento quasi barcollando vicino alla recinzione. Si nasconde, i carabinieri dopo i controlli vanno via.