SANT'ELIA. I Riformatori annunciano un esposto alla Procura
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«Sono trascorsi 15 giorni da quando abbiamo segnalato la presenza di un problema di ordine urbanistico e paesaggistico riguardo l'arena Grandi eventi di Sant'Elia. Ma nessuno sembra volersene occupare».
Antonello Gregorini, responsabile dell'ufficio studi dei Riformatori sardi, evidenzia quella che ritiene essere una disparità di trattamento tra la vicenda di Is Arenas, certo più complessa e più ampia, e la realizzazione del Comune a Sant'Elia. Perché, sostiene, «la realizzazione di una spianata di cemento di mezzo ettaro davanti al mare, che ha comportato la movimentazione di duemila metri cubi di terra e la realizzazione di una rete di sottoservizi, è chiaramente un abuso edilizio».
L'AUTORIZZAZIONE Secondo l'esponente dei Riformatori, infatti, «né l'amovibilità né la stagionalità possono essere portate a giustificazione della mancanza di autorizzazione paesaggistica. La stagionalità e l'amovibilità», a giudizio di Gregorini, «riguardano solo le gradinate mentre non possono riguardare l'opera infrastrutturale e la distesa di cemento che ha modificato il paesaggio del lungomare». Per il responsabile dell'ufficio studi dei fantoliani, «è una questione di principio e di civismo: non si può accettare che qualsiasi cittadino pensi che esistono due pesi e due misure e che, in questo caso, l'infrazione paesaggistica sia trascurata».
L'ESPOSTO Non sta a noi fare esposti, la notitia criminis è pubblica e ci attendiamo che si faccia chiarezza. In realtà - riferisce Gregorini - un esposto potrebbe essere presentato nei prossimi giorni dall'avvocato Anna Maria Busia, coordinatore cittadino del partito.
LA DENUNCIA Due settimane fa i Riformatori avevano denunciato il fatto che l'arena Grandi eventi non è stata rimossa del tutto. È rimasta la recinzione che «dall'alto dà l'idea di un campo di concentramento», aveva sostenuto Gregorini. Che aveva anche denunciato: «Nel leggere le delibere di Giunta e Consiglio con cui si approvava il progetto sorprende che non si trovi mai la menzione del paesaggio e del superamento dell'iter di ottenimento di un nulla osta da parte della sovrintendenza». Sempre secondo i Riformatori, il presupposto dell'amovibilità non è sostenibile perché «è stata realizzata una vasta pavimentazione di cemento, c'è una recinzione, alta, di strutture prefabbricate e amovibili ma pesanti, che causa un forte percezione di ingombro e bruttura nel paesaggio». La struttura, avevano denunciato, è costata quasi 500mila euro «per pochi spettacoli».