Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dentro Amleto: ossessioni allo specchio

Fonte: L'Unione Sarda
14 dicembre 2012


Il Carretto al Massimo

L'interprete di musica classica non può prescindere da Beethoven, Mozart e Chopin. Chi suona jazz, da Davis e Coltrane. Chi fa teatro, da Shakespeare e dalla sua eterna galleria: Orazio, Mercuzio, Romeo, Giulietta, Ofelia, Miranda, Prospero, Falstaff, Jago, Don Juan, Oberon, Puck, Re Lear. E naturalmente, Amleto, cupo e folle principe di Danimarca che, nella messinscena del Teatro del Carretto, in questi giorni al Massimo di Cagliari, esce dalle pagine dell'opera in cui vive, per reclamare una vita propria, guardandosi allo specchio, narrando se stesso, raccontando da dentro.
Come sempre le tragedie del Bardo trasportano sul palco eventi, situazioni, riflessioni, sentimenti turbinosi, restituendo un'immagine completa della natura filosofica e psicologica del potere e del suo marciume. In una scena avvolta da tendaggi di velluto trapuntati, da cui i protagonisti entrano ed escono con i loro corpi parlanti (la pièce sprigiona una fisicità espressiva offrendo in più di un'occasione belle parti legate al movimento), Amleto è trascinato dalla pazzia, dalle visioni, dal dubbio, dall'indecisione, dalla vendetta che si trasforma in desiderio di fuga, dai fantasmi. Gioca con statuine di legno a cui mozza la testa, poi le butta a terra provocando una caduta a catena dei personaggi. Trafigge con una lama il cuore di Polonio, lacera quello della madre e di Ofelia, entrambe investite da una tempesta di rancore e attrazione (la seconda morirà sotto una cascata di petali bianchi), penetra col coltello quello di Laerte. Si muore, senza che una goccia di sangue venga versata. Al termine, applausi per tutti. Per gli attori Alex Sassatelli (Amleto), Elsa Bossi (straordinaria nel doppio ruolo di Gertrude-Ofelia), Giacomo Vezzali, Nicolò Belliti, Giacomo Pecchia, Carlo Gambero, Andrea Jonathan Bertolai. Per la regista Maria Grazia Cipriani.
Carlo Argiolas