POETTO. Dal Comune arriva la proroga di sette giorni per la rimozione dei chioschi
I gestori all'attacco: «Mancano tempo e denaro»
Altri sette giorni di tempo per rimuovere i chioschi, ma cambia poco. I gestori dei chioschi-bar del Poetto, che dovrebbero smontare le strutture per poi rimontarle tra due mesi, per ora non hanno intenzione di rimuovere nulla.
LA NOVITÀ Secondo un primo avviso mandato lo scorso 13 dicembre dal Servizio Patrimonio del Comune ai proprietari, i manufatti sarebbero dovuti essere rimossi entro oggi. Impossibile per i gestori eliminare tutto in così poco tempo. Forse anche per questo due giorni fa è arrivata un'altra lettera dove il termine viene prorogato al 27. Polemiche ieri anche in Consiglio comunale, dopo che l'assessore al Patrimonio, Gabor Pinna, ha annunciato lo slittamento. Pierluigi Mannino (Patto per Cagliari) e Paolo Casu (Psd'Az) hanno attaccato l'assessore Frau: «Assurdo che improvvisamente si ordini lo smantellamento. Avete fatto una figuraccia, e il problema è dell'assessorato all'Urbanistica».
I GESTORI «Io non smonto nulla - fa sapere Francesco Demontis, titolare della Sesta Area - non potrei reggere i costi. Sto ancora pagando la realizzazione del manufatto la scorsa primavera, figuriamoci se posso accollarmi altre spese». Demontis si è già rivolto a un avvocato per tutelare i suoi diritti: «Faremo ricorso al Tar, spero ci dia ragione». Molti baretti anche ieri erano aperti. «Sono tre anni che siamo in queste condizioni, bisogna mantenere la serenità - spiega Gigi Lampis, proprietario de La Dolce Vita - se ci massacriamo la testa con questa storia, finisce che perdiamo la salute». Eliminare i fabbricati, secondo lui, causerebbe anche danni ambientali: «Queste operazioni fanno male alla spiaggia - dice - qua sotto ci sono buchi di 70 centimetri». Poi sottolinea: «Io pago le tasse tutto l'anno, così come la concessione demaniale e la Tarsu. Perchè devo smontare ora?».
IL PUL Per Alessandro Cogoni, proprietario della Sella del diavolo, l'autorizzazione provvisoria per questi baretti era stata data in attesa dell'approvazione definitiva del Piano del litorale: «Io pensavo che la struttura l'avrei smontata e poi rimontata una volta per tutte grazie al Pul. E invece ora vengo a sapere che il piano è tutt'altro che vicino dall'essere approvato». Insomma, i gestori hanno paura di dover smontare i fabbricati, rimontarli tra due mesi e poi toglierli un'altra volta, quando scadrà la nuova autorizzazione provvisoria: «Vedrò cosa fare insieme al mio legale, ma le spese sono troppe, così non ce la facciamo - precisa Cogoni - Io ho cinque dipendenti, ora mi chiedono giustamente quale sarà il loro futuro. Alcuni si pagavano gli studi, altri hanno famiglie da mantenere». Infine l'appello: «Non voglio fare polemiche col Comune, chiedo solo di aprire un tavolo di discussione con noi e i nostri legali, per trovare una via d'uscita che accontenti tutti».
I COSTI Tante le operazioni richieste per smontare i chioschi: innanzi tutto ottenere le autorizzazioni necessarie. Poi la rimozione della struttura, che richiede l'intervento di una ditta specializzata, spesso non disponibile da un giorno all'altro. Una volta smontato il manufatto, bisogna caricare i pezzi con delle gru e metterli sui tir. Infine la struttura va conservata in un magazzino al chiuso. E dopo due mesi il processo inverso per rimontare tutto. I gestori calcolano che, tutto compreso, il prezzo per un'operazione del genere verrebbe a costare circa 50mila euro.
Piercarlo Cicero