LUNEDÌ, 10 NOVEMBRE 2008
Pagina 20 - Nazionale
Oggi la visita di un gruppo di parlamentari nelle aree minacciate dal progetto di edificazione
Legambiente promuove un osservatorio sul sito punico
In fase di stallo il negoziato tra Regione e gruppo Cualbu Va avanti l’inchiesta penale
CAGLIARI. Ora sono i parlamentari della Sardegna a occuparsi di Tuvixeddu: è Legambiente a organizzare per questa mattina un viaggio culturale sul sito storico minacciato dal cemento, sotto la guida dell’archeologo Alfonso Stiglitz. I rappresentanti dell’isola a Roma potranno verificare di persona il valore della più grande necropoli punica del Mediterrraneo, subito dopo verrà ufficializzata la costituzione di un osservatorio parlamentare sul complesso archeologico di Tuvixeddu.
Presidente dell’osservatorio sarà il senatore Roberto Della Seta, già in passato sceso in campo in prima persona per difendere con forza il colle. Questa mattina al suo fianco saranno il collega di palazzo Madama Francesco Sanna, i deputati Amalia Schirru e Guido Melis, i consiglieri regionali Marco Espa e Chicco Porcu, tutti del centrosinistra. Tra gli invitati al tour i sovrintendenti ai beni archeologici e paesaggistici, il direttore regionale dei beni culturali e paesaggistici, il sindaco Emilio Floris e altri consiglieri regionali.
«Il futuro di Tuvixeddu - ha spiegato Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna - è oggi e deve diventare ancora di più d’interesse nazionale, il complesso archeologico di Tuvixeddu-Tuvumannu ci è invidiato da tutto il mondo e non può morire nel silenzio collettivo». Conclusa la visita, i parlamentari e i rappresentanti dell’associazione ambientalista incontreranno i cronisti vicino ai fortini, nel prolungamento di via Bainsizza. L’appuntamento è per le 12.15.
L’iniziativa di Legambiente segue un periodo di relativo silenzio sul problema del colle punico. Mentre Regione e Nuova Iniziative Coimpresa attendono ulteriori giudizi dal Tar e dal Consiglio di Stato l’attenzione resta rivolta all’ipotesi di trattativa fra l’amministrazione Soru e il gruppo Cualbu, proprietario delle aree edificabili. La Regione ha lanciato una prima proposta indicativa, uno scambio tra alcune aree e edifici pubblici più quindici milioni di euro e lo stop definitivo all’edificazione del colle. Nuova Iniziative Coimpresa si era mostrata cautamente possibilista, seppure su condizioni di permuta del tutto diverse. Poi però il dialogo sembra aver rallentato, con l’impresa impegnata a proseguire i lavori di scavo delle fondamenta e la Regione divisa fra l’opportunità di rilanciare sull’offerta e la necessità di continuare nelle azioni legali, finora tutte perdenti.
Ma è proprio dal fronte giudiziario che potrebbero arrivare sviluppi clamorosi di qui a qualche settimana. Il lavoro della Procura della Repubblica sembra aver imboccato la dirittura d’arrivo e le conclusioni del pubblico ministero titolare dell’indagine Daniele Caria potrebbero riguardare gli aspetti più controversi della vicenda. Quelli legati alle responsabilità sulle autorizzazioni concesse a suo tempo dalla sovrintendenza archeologica e gli altri, molto più recenti, che riguarderebbero il mistero del progetto alternativo proposto dalla Regione per Tuvixeddu e affidato al celebre paesaggista architetto francese Gilles Clement. Infine la questione dei gabbioni di pietra, realizzati praticamente su una parte delle tombe puniche su richiesta col beneplacito della sovrintendenza archeologica, per i quali sono indagati un dirigente del comune, il capocantiere e altre due persone. Tutte vicende collegate, che dopo la battaglia davanti ai giudici amministrativi potrebbero portare il caso Tuvixeddu nell’occhio del ciclone penale. (m.l)