VIA ROMA Scaduta la concessione edilizia per due palazzi in via Is Maglias, la società aveva versato 109mila euro al municipio, che non ha mai completato il primo lotto della strada bloccando il cantiere e ora deve restituire i soldi
Il Comune paga 109mila euro a Coimpresa per Tuvixeddu. Si tratta di monetine rispetto alle cause pendenti sull’area urbanistico-archeologica e al possibile risarcimento di 77 milioni di euro per l’impresa, ma il Comune ha deciso di pagare. O, meglio, resituire i soldi alla società di Gualtiero Cualbu. Si tratta dei contributi versati nel 2009 da Nuove iniziative Coimpresa srl per ottenere la concessione edilizia e costruire due palazzi in via Is Maglias.
DUE PALAZZI MAI COSTRUITI Sono quelli del “comparto H”, in pratica la continuazione degli unici edifici realizzati nella complicata area di Tuvixeddu. I due edifici, praticamente uguali a quelli che già si affacciano su via Is Maglias, sarebbero dovuti sorgere sulla stessa linea e arrivare all’incrocio con via Castelli. Ma proprio quell’incrocio è uno dei tanti problemi di Tuvixeddu: lì sarebbe dovuta sbucare la strada che arriva da Tuvumannu. E se da una parte c’è la grande incompiuta sotterranea che si ferma in via Castelli, in mezzo a via Is Maglias c’è sempre il “cantie - re provvisorio” che dovrebbe un giorno trasformarsi in una rotonda e permettere la conclusione almeno della strada interrotta. La strada, in base all’accordo di programma, avrebbe poi dovuto proseguire la sua corsa dentro il canyon ma questo è un altra questione spinosa della vicenda. Il primo lotto della strada non è mai stato realizzato e, nel frattempo, sono scadute le autorizzazioni per i due nuovi palazzi. Coimpresa aveva versato nelle casse del Comune 109mila euro come prima rata del “costo di costruzione” per la concessione edilizia ottenuta nel luglio del 2009. La durata è di tre anni e allo scadere (luglio scorso) Coimpresa ha chiesto indietro i soldi al Comune perché i lavori non sono andati avanti come previsto. «Comunicato che a causa di impedimenti, fra i quali l’interferenza fra il cantiere comunale del primo lotto della viabilità di attraversamento e le aree interessate dall’edificazione del “com - parto H” - ha scritto Coimpresa al Comune, per chidere la restituzione dei soldi - è stata costretta a interrompere i lavori di tale comparto fin dall’ottobre 2009 e che erano decorsi i termini di validità dei titoli abitativi e dell’autorizzazione paesaggistica». Ricevuta la nota di Coimpresa dagli uffici del Comune è partito un sopralluogo che è servito a evidenziare che l’impresa «ha effettuato esclusivamente lavori consistenti nello scavo di parte dell’ingombro dei fabbricati per la realizzazione delle autorimesse interrate, rimuovendo materiale per circa 500 metri cubi». A fine ottobre Coimpresa ha sollecitato la restituzione degli oneri versati al Comune e il dirigente del servizio Edilizia privata ha firmato la determinazione per versare i soli all’impresa di Cualbu i 109.410,03 euro. Nessuna opposizione, quindi, da parte del Comune che ha resituito i soldi senza battere ciglio, ma non è da escludersi che palazzo Bacaredda non batta cassa alla Regione per chiedere conto. Perché tutto torna sempre al grande scontro sull’inter - vento a Tuvixeddu, uno stop che ha generato una serie infinita di cause e ricorsi e la cui conclusione non sembra certo vicina.
Marcello Zasso
L’ATTESA IL LODO HA GIÀ DECISO IL VERDETTO ARRIVA ENTRO GIUGNO
L’ultima udienza del lodo arbitrale, che deve decidere se l’impresa di Cualbu ha subito danni da parte della Regione e se la valutazione degli stessi ammonta a 77 milioni, è stata a fine gennaio. Il collegio composto dal presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Bilé, dal magistrato Gianni Olla e dal docente universitario Nicolò Lipari, ha affidato la consulenza tecnica d’ufficio alla società Deloitte Advisory. La corposa relazione presentata non è stata apprezzata dalla Regione, che in pratica si aspetta di essere condannata e vuole sapere quanto dovrà sborsare. Anche se ci saranno sicuramente ricorsi, perché è difficile immaginare la parola “fine” per la complicata vicenda dei palazzi di Tuvixeddu. La risposta del lodo arbitrale potrebbe arrivare da un giorno all’altro, comunque entro il mese di giugno.