Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Esplode il caso «No ai nomadi a Villa Asquer»

Fonte: Sardegna Quotidiano
21 febbraio 2013

LA POLEMICA

 

VIALE CIUSA Consiglio comunale quasi compatto contro la scelta della Caritas. Pesanti critiche da Pd, Pdl e Udc. «Nessuna comunicazione al municipio, perché non li mette in seminario?»

La decisione della Caritas di sistemare, all’insaputa del Comune, dodici nomadi dentro Villa Asquer fa scoppiare la bufera in Comune. I rom staranno al piano terra della villa per un mese, poi chissà. Per ora vivono lì, e hanno a disposizione il grande giardino e l’anfiteatro di pertinenza dello storico immobile. Insomma, non certo una modesta dimora. Inoltre, mancano una serie di attività che la Caritas doveva avviare, motivo della gestione dell’immobile da parte della Regione. Un centro di ascolto, con funzione di segretariato sociale, che garantisca ai più bisognosi e fragili di attivare possibili percorsi di reinserimento sociale. Così parla la delibera. Il nuovo “casorom” scatena reazioni politiche di ogni colore. Claudio Cugusi (Pd) è chiaro: «Ormai la Caritas procede totalmente slegata dal Comune, pur operando in territorio comunale, questa è l’ennesi - ma conferma. Così la Regione, che se ne frega del Comune e dei cagliaritani. Non mi si dica che il problema sono i rom, tutti i poveri hanno il diritto di essere aiutati. Il primo errore», spiega Cugusi «l’ha fatto la Regione, interpretando nel peggiore dei modi il lascito del conte progressista Giuseppe Asquer, che ha pensato alla villa di viale Ciusa come luogo per studenti meritevoli ma poveri, non come dormitorio di emergenza». Cugusi aveva già segnalato questa “distorsione ” mesi fa. «Chiedo che la Regione revochi alla Caritas la concessione della villa, per mancato rispetto di tanti obblighi. La Caritas può ospitare i rom in una delle parrocchie sgombre o nel seminario, che ha decine di posti letto liberi, sempre costruiti con denari della Regione, cioè dei sardi». Dall ’altra parte, il capogruppo Pdl Giuseppe Farris spiega che «il “a mia insaputa” è diventata una categoria politica diffusa e trasversale, non sapere cosa accade nella propria sfera di competenza è sinonimo di incapacità ad amministrare », osserva deciso Farris, puntando l’indice contro la mancata comunicazione tra caritas e Comune, «in questo senso Zedda si conferma inadeguato, e si autopresenta come Alice nel paese delle meraviglie». Difende la scelta della Caritas Sebastiano Dessì (Sel): «Penso sia bello che Villa Asquer sia utilizzata per una simile finalità sociale. È una soluzione temporanea, la Caritas agisce giustamente in autonomia, senza bisogno di concordare tutto col Comune». Non è dello stesso parere Alessio Mereu, capogruppo Riformatori: «La Caritas svolge un ruolo importante, ma certe iniziative vanno decise con il Comune, che deve sapere dei gesti di solidarietà », dice Mereu, «continuare a aiutare alcuni cittadini e non tutti è un cattivo esempio». Lapidario Gianni Chessa (Udc): «Non si può utilizzare il paravento Caritas per risolvere una questione difficile. Il Comune capisca che ci sono famiglie di cagliaritani che vivono in 10 metri quadri. La Caritas svolge un ruolo lodevole, ma pensi prima ai cagliaritani. Il Comune metta i Rom nelle scuole occupate da senzatetto, non in ville, è uno schiaffio alla dignità». Critico anche Enrico Lobina della Fds: «L’inclusione sociale dei rom ha presentato carenze fin dall’ini - zio. Se Comune e assessore competente non sanno davvero dell’iniziativa di Villa Asquer, sarebbe un’altra conferma di quanto dico». Sempre dalla maggioranza, il socialista Mondo Perra ha la sua visione: «Per la prima volta da sempre noi abbiamo affrontato la questione dei nomadi, liberando il campo di Mulinu Becciu. La Caritas è una realtà autonoma, ma il Comune è un ente cointeressato che deve essere sempre informato». Chiude il cerchio Anselmo Piras (Ancora per Cagliari): «La Caritas agisce per conto dell’assessorato alle Politiche sociali, con i suoi fondi. È assurdo che il Comune non sappia nulla», dice, «i rom, unici incolpevoli, dicono che vivranno a Villa Asquer per un mese, io però non mi fido della Caritas e del Comune, spesso dicono una cosa e ne fanno un’altra. La Villa? Torni alla Regione, e bandisca una manifestazione d’interesse per privati».

P. R.

 LA STORIA LO SGOMBERO DEL CAMPO POI L’INCONTRO IN MUNICIPIO

Il 6 giugno 2012 il sindaco Massimo Zedda firma l’ordinanza di sgombero del campo sulla 554. Pochi giorni prima il sequestro preventivo firmato dal gip Cristina Onano: sigilli scattati per motivi igienico sanitari e di ordine pubblico. Così si deve trovare un nuovo posto per gli oltre 150 residenti, che liberano l’area due giorni prima della data ultima, il 2 luglio. Le famiglie Rom si trasferiscono nelle case messe a disposizione dalla Caritas, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali. Alcuni finiscono a San Sperate, e una parte del paese reagisce male. L’11 luglio una delegazione Rom è ospitata in Consiglio comunale per una seduta ad hoc – presenti l’assessore regionale Sanità Simona De Francisci, l’arcivescovo Arrigo Miglio e don Marco Lai – e accettano il progetto di inclusione sociale.