COMUNE IN GIUDIZIO
Le incognite sono due: i tempi della giustizia e l’esito dei giudizi. Ma il Comune inizia a fare i conti con le cause intentate nei suoi confronti e il totale è una cifra che preoccupa: cento milioni di richieste di risarcimento danni, alcune arrivate nei primi mesi del 2013. In molti casi servono anni, in altri bastano i prossimi nove mesi: è lo spaccato generale delle situazioni debitorie –cioè, cause –nelle quali è impelagato il Comune. I soldi da scucire rischiano di essere molti. Ecco gli addendi: oltre 2 milioni di euro potrebbero uscire quest ’anno. 12 milioni e 317mila euro sono conteggiati come “debiti finanziati in tutto o in parte” ma non ancora riconosciuti. Ancora: cause potenziali o in corso di definizione segnalate agli uffici del Bilancio: quattordici voci, ballano 24 milioni. E 61 milioni in potenziale uscita sono individuati dagli uffici dell’avvocatura per situazioni debitorie non segnalate dai vari uffici. Ed ecco il totale: 100 milioni di euro, solo 11,3 finanziati. I dati emergono dalle diciotto pagine di un documento dello scorso 24 aprile, firmato dalla dirigente comunale del Bilancio, Franca Urru. La spiegazione è la seguente: 90 milioni di euro di possibile perdita non sono stati messi a correre perchè una parte consistente è legata a citazioni in giudizio “notificate recentemente”, sulle quali palazzo Bacaredda si deve ancora esprimere. Oltre all’incognita Abbanoa: «non si può non tener conto », in particolare, dei debiti della società partecipata dell’acqua. Ci sono i 25 milioni di euro chiesti dal Cagliari Calcio a via Roma, datata 6 agosto 2012: da viale La Playa sostengono che i lavori al Sant’Elia siano a carico del Comune, causa complessa e di difficile quantificazione. Carlo Rais ha un cantiere nautico in viale Pula, cita in causa il Comune per più di 16 milioni di euro, per via di “danni da inquinamento causati da canale di scarico” nello stagno di santa Gilla. Dall’acqua alla collina di Tuvixeddu: la Safab spa vuole 13 milioni di euro perché non ha potuto ultimare la strada tra via Cadello e via san Paolo. Altra causa in fase di definizione. La De Sanctis spa ricorre lo scorso 16 gennaio per i lavori svolti per tirare su il parco della Musica: 12 milioni e mezzo di euro, il totale delle riserve mosso dalla ditta nel 2011. Quattro grane per il Comune, che mette da parte 30 milioni di euro. Tra i possibili travasi economici più vicini ci sono 657mila euro chiesti dalla Sape srl per alcuni terreni acquisiti nel 1988 dal Comune a Is Porrus, per costruire la sede staccata del liceo classico Dettori. Altri denari, chiesti sempre per motivi “scolasti - ci” sono i 297mila euro chiesti dall’ingegnere Pierangelo Ottolini: i Lavori pubblici comunali hanno occupato suolo privato tra Pirri e Su Planu, il Tribunale civile ha condannato via Roma. Si torna al 1985 per una causa da 500mila euro: mancato rinnovo della convenzione per rimuovere le macchine. Lo scorso 5 marzo l’ultima udienza dà ragione al privato di turno, Giovanni Longoni. Alcuni condomini del civico 5 di via Nazario Sauro trascinano il Comune in piazza Repubblica per infiltrazioni di acqua a causa della rottura di un tubo comunale: 345mila euro. E 92mila euro è quanto chiede indietro a via Roma la Sigma sas, soldi trattenuti dall’amministrazione cittadina come penale perché la ditta aveva ultimato in ritardo i lavori di case Erp in via Montegrappa e Codroipo. Passando ai debiti finanziati ma non ancora riconosciuti, ci sono i 7milioni e mezzo della Tecnocasic (al quale il Comune non avrebbe pagato fatture dal 2002 al 2009), 260mila euro da Migliavacca srl per lavori di recupero del Ghetto degli Ebrei, la Co.sa.co. srl ha realizzato piazza Maxia ma chiede 912mila euro di danni avvenuti durante il cantiere e la Spera Costruzioni srl ha un contenzioso aperto con via Roma dal 2000, per la ristrutturazione della scuola Riva, di ben 334mila euro. E il mancato pagamento dei lavori per completare il teatro comunale fanno pendere la bilancia della giustizia a favore della Cemento Armato Precompressi spa, che due mesi fa ottiene la condanna il Comune a scucire mezzo milione di euro. Ma il pubblico potrebbe impugnare il provvedimento emesso a favore del privato. Il palaghiaccio mai costruito a Monte Mixi (progetto siglato tra il privato Francesco Atzori e il Comune nel 1973, poi un’odissea lunga quasi quattro decenni, con “gravi colpe del pubblico” come scrive il Tar a ottobre 2011) rischia di costare denari pubblici per 220mila euro. Quote assenti alla voce relativa allo stop del parcheggio interrato sotto via Roma: la “Ciro Menotti “ e Word Trade srl vanno in udienza lo scorso tre marzo contro il Comune, entrambe le parti presentano carte a proprio favore, il giudice decide che se riparla il prossimo ventisette novembre. Paolo Rapeanu