Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Comuni sardi, mancano 50 milioni

Fonte: La Nuova Sardegna
25 novembre 2008

MARTEDÌ, 25 NOVEMBRE 2008

Pagina 11 - Sardegna

Gli Enti locali non riescono ad elaborare i bilanci preventivi per la riduzione dei trasferimenti statali



L’Anci prepara la rivolta: «I piccoli centri rischiano il crac finanziario»



«Impossibile imporre con questa crisi nuove tasse ai cittadini»

ALFREDO FRANCHINI

CAGLIARI. Ai Comuni della Sardegna manca una cifra tra i 50 e i 60 milioni di euro. Tore Cherchi, presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni, lo ha denunciato da qualche tempo e ora la situazione sta precipitanto: gli enti locali devono chiudere i preventivi del 2009 entro la fine di dicembre ma sono in difficoltà perché dovrebbero riscuotere dalla Regione le somme loro spettanti su Fondi Ue e Fas. Somme che non arrivano a causa di quella spirale legata al Patto di stabilità.
La Regione non paga per non sforare quel vincolo (e nel frattempo spera di avere buone notizie da Roma: la Sardegna, con i propri conti a posto, chiede di poter aumentare la quota di spesa).
Ma questo meccanismo mette in difficoltà i comuni che avevano preso obbligazioni a pagare contando sul fatto che la Regione avrebbe dovuto versare le quote in proporzione, dal 10 al 15 per cento degli importi sino al saldo finale». Da un’elaborazione fatta dal quotidiano il Sole 24 ore si confermano le difficoltà per i Comuni capoluogo. Vediamo il quadro.
Cagliari. Il comune di Cagliari pagherà un contributo pesante al patto di stablità; (la mancata copertura dell’Ici è pari a 2.579.000 cui si aggiungono gli altri tagli per l’Ici sugli ex fabbricati rurali (2763) e per la manovra d’estate, 737.000 euro).
Sassari. Per il patto di stabilità, Sassari pagherà un contributo di 519 mila euro ma la mancata copertura dell’Ici peserà per 1.596.000 euro, i tagli per l’Ici sui fabbricati rurali arriveranno a 1.710.000 e 456 mila per la riduzione apportata con la manovra estiva.
Olbia. Tagli indiscriminati a Olbia: in migliaia di euro, 1.500 per il Patto di stabilità, 338 per la mancata copertura dell’Ici, 363 (ex fabbricati rurali).
Nuoro. Il contributo alla manovra del governo (patto di stabilità) costerà a Nuoro 762 mila euro cui si aggiungono 512 per l’Ici che non c’è, 549 ex fabbricati rurali, 146 per la manovra d’estate.
Oristano. Oristano paga un prezzo salatissimo al patto di stabilità (2529.000 euro), 376 per la mancata copertura dell’Ici. Il peso è pari a 107.638 euro per ogni mille abitanti.
In campo nazionale i tagli si aggiungono a quelli del Patto di stabilità e si arriva a una carenza di liquidità per due miliardi. Che fare? Se i grandi Comuni, come Milano, pensano di raddoppiare da un euro a due la tariffa di un’ora per il parcheggio delle auto, i piccoli comuni hanno margini di manovra molto bassi. «Ci troviamo a vivere una situazione paradossale», spiega Tore Cherchi, «con la riduzione dei trasferimenti dello Stato e un debolo incremento del Fondo unico da parte della Regione quando solo il costo del personale è cresciuto del 6 per cento». I sindaci scenderanno in piazza il prossimo 3 dicembre e sperano in una presa di posizione delle forze politiche nazionali.
Come mai questa sorta di «attacco» ai Comuni? «È un film già visto», afferma il presidende dell’Anci Sardegna, «si fa un gran parlare di federalismo e in realtà siamo in presenza di un forte centralismo statale e anche regionale che contraddice questa affermazione di principio. Hanno voluto ridurre l’Ici, cioè la tassa più federalista, quando, se volevano aiutare le persone, avrebbero potuto ritoccare l’Irpef e alleggerire la pressione fiscale».
La realtà - sostiene Tore Cherchi - «è che si scarica sull’ente locale il problema». Si sa che i Comuni sono lontani dai Centri in cui si fanno le leggi: «Purtroppo però in questo modo s’impoverisce il Paese». Il rischio è che con la recessione in atto, la situazione economica dei piccoli comuni possa aggravarsi. Nei Comuni dell’isola sono in pericolo gli investimenti proprio per l’impossibilità delle amministrazione di chiudere i rendiconti dei pagamenti sui programmi (Fondi Ue e Fas) in scadenza al 31 dicembre.
Messa da parte la polemica sull’opportunità o meno (per i Comuni) di abolire l’Ici, c’è la necessità da parte dei sindaci di affrontare il momento contingente. E questo, forse, si potrà superare per gli Enti locali dando loro la possibilità di avere una quota più elevata rispetto all’attuale nel Patto di stabilità. Insomma la licenza ad investire e a spendere di più.