Rassegna Stampa

Il Sole 24ore

Un mese di «raffreddamento» poi la scelta sulle dimissioni

Fonte: Il Sole 24ore
27 novembre 2008

Data: 27/11/08
Autore: M. Mau. Pagina: 17-17
Sezione: Politica e Società
I tempi. Possibile voto il 22 e 23 febbraio


CAGLIARI
Adesso la parola torna al consiglio regionale: la legge statutaria approvata proprio in questa legislatura, prevede che tra i 20 e i 30 giorni dalle dimissioni del presidente della Giunta, il cosiddetto periodo di raffreddamento, si debba tenere un dibattito al termine del quale il presidente deciderà se ritirare o meno le sue dimissioni.
L'avvicinarsi delle festività natalizie ha suggerito di convocare l'aula entro il 20 di dicembre. Il presidente Renato Soru ripete che il tentativo del Consiglio di ritirare alla Giunta la delega sul piano paesaggistico delle aree centrali (quella sulle coste era stata concessa tra mille polemiche) incrina irreparabilmente uno dei capisaldi della sua azione di governo.
Diversa l'interpretazione dell'opposizione, secondo la quale il leader della Regione sta tentando di ricompattare la maggioranza sul suo nome e, magari, anticipare la tornata elettorale tra il 22 e il 23 febbraio, come inevitabilmente accadrebbe se Renato Soru non ritirasse le sue dimissioni. Un evento, le nuove consultazioni, che casserebbe le primarie di coalizione chieste a gran voce dagli alleati del Pd, ma allo stesso tempo metterebbe in fibrillazione anche il Centro- destra, ancora il alto mare nella designazione dello sfidante. I due papabili potrebbero essere il sindaco di Cagliari, Emilio Floris (reduce da una riunione tesissima con i partiti della coalizione che regge il Comune, durante la quale ha minacciato le dimissioni) e Mauro Pili, già presidente per il Centro-destra negli anni che precedettero la nomina di Soru a Governatore, ma non è possibile escludere che possa profilarsi un outsider dell'ultim'ora.
Lo stesso Soru ha ammesso che il piano paesaggistico non è l'unica motivo che lo ha spinto a rassegnare le dimissioni: «In questi quattro anni è successo di tutto », ha detto ai giornalisti. E ha aggiunto: «Erano necessari una verifica e un confronto su un patto che ci vede insieme dal 2004».
Smentite alla radice le ipotesi di chi ventilava un ritiro dalla politica del patron di Tiscali: «Ho cercato di servire la Sardegna nel miglior modo possibile: questo non è l'ultimo giorno della mia esperienza politica », ha detto. Su internet, già nelle primissime ore della giornata di ieri, si sono scatenati i sostenitori del presidente.
Il suo sito è stato inondato da messaggi che chiedono a Soru di rimanere «per il bene della Sardegna».
È evidente che lunedì sera si sia consumato l'ultimo atto di un conflitto strisciante tra il governatore e la sua maggioranza. La nuova legge elettorale entrata in vigore proprio nel 2004 con l'elezione di Soru, ha costretto l'assemblea regionale, per la prima volta nella sua storia, a fare i conti con un presidente che gode di amplissimi poteri. Poteri accentuati dalla legge statutaria approvata in questa legislatura. I margini di movimento sempre più ristretti dei consiglieri, l'impossibilità di aspirare a un assessorato e il terremoto politico conseguente alla nascita del Pd, hanno portato a una escalation delle tensioni, culminato poi nell'epilogo delle dimissioni.

UNA NUOVA PARTENZA
«Erano necessari una verifica e un confronto su un patto che ci vede insieme dal 2004». Floris e Pilis scaldano i muscoli per il Pdl