Un fenomeno natalizio. I sindacati: la paga irregolare è di 5 euro, quella contrattuale di 8 euro l'ora
Addetti ai pacchi e commesse: l'occupazione dura poche settimane
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Entri in profumeria a comprare lo shampoo e una bella ragazza ti propone di provare l'ultima fragranza dello stilista newyorkese. Vai ad acquistare un libro e alla cassa ti chiedono se vuoi la confezione-regalo: il servizio è in un banchetto apposito. Passeggi per strada e qualcuno ti ferma per darti un volantino. Squilla il cellulare ed ecco la voce che illustra lo sconto speciale per un nuovo pacchetto in tv.
Occupazione last minute , la chiamano, come le offerte di viaggi scontati poche ore prima della partenza. Lavoratori “usa e getta”, in sostanza. Neppure posti a tempo determinato, meno, attività che durano venti giorni, un mese, otto settimane al massimo. Addetti alle consegne, promoter nei grandi magazzini, commesse, camerieri, impacchettatrici, animatori, operatori di call center, figuranti di Babbi Natale o Befane. Basta dare un'occhiata ai siti specializzati per avere un'idea del fenomeno. Ci sono centinaia di posizioni aperte anche a Cagliari e dintorni. E a cavallo delle feste il boom, un enorme incremento della richiesta di “risorse”, che in linea di massima hanno poca o nessuna esperienza specifica, da impiegare per brevi periodi oppure occasionalmente tra la fine di novembre e i primi di gennaio. Unico denominatore comune - sottolineano i sindacati - la flessibilità e la predisposizione a un lavoro intenso e concentrato in un determinato periodo dell'anno.
«Nel 2013 stiamo riscontrando un ulteriore aumento della diffusione di queste forme di lavoro atipico, chiamiamole così, a voler essere buoni, perché molte aziende hanno dismesso i dipendenti storici e quando serve li sostituiscono temporaneamente», dice Simona Fanzecco, segretario regionale Cgil Filcams. «Certo, per alcuni versi anche queste occupazioni brevi possono essere importanti, dare una boccata d'ossigeno agli studenti, ai giovani senza futuro. Non condanniamo il sistema, condanniamo chi lo sfrutta impropriamente». Insomma, va bene se si rispettano le regole e soprattutto se si pagano i lavoratori, non se si approfitta di gente disperata e si contribuisce a dilatare il “nero” e una sorta di moderna schiavitù.
«Ci è capitato spesso che, finite le feste, vengano da noi persone, in genere donne, che sono state prese in giro e non hanno percepito alcun compenso», prosegue Fanzecco. «Quando invece vengono retribuiti, la paga è sotto la soglia dei 5 euro l'ora, mentre quella contrattuale dovrebbe essere di 8 euro». Aggiunge la sindacalista che esistono «nuove forme di regolamentazione di questa occupazione “alternativa”, e l'auspicio è quello di una più puntuale informazione da parte dell'Inps, ad esempio sui voucher, e un controllo serrato da parte dell'ispettorato del lavoro».
Cristina Cossu