MERCOLEDÌ, 24 DICEMBRE 2008
Pagina 1 - Cagliari
di Alessandra Sallemi
Nei prossimi sei mesi progetti e opere rivoluzioneranno l’operatività dello scalo
Via al diportismo decolla Free Zone nuovi collegamenti
CAGLIARI. Sei mesi, forse anche meno, e il porto di Cagliari sarà risorto. Con i crocieristi sempre più numerosi, il molo Sabaudo consegnato in anticipo rispetto al contratto d’appalto, il piano regolatore finalmente adottato, i Molinas di Calangianus concessionari per vent’anni dello scalo storico, la società creata per avviare la zona franca con lo statuto riscritto da cima a fondo e quindi in grado di compiere la missione assegnata dal ministero un secolo fa (dieci anni). Questo e altro ha annunciato il presidente dell’autorità portuale Paolo Fadda in conferenza stampa.
Nella ricognizione, Fadda è partito dall’incubo durato cinque mesi del porto canale senza una sola nave causa la crisi della Maersk socio in Cict concessionaria del terminal: «Il nuovo consorzio - diceva ieri il presidente - in proiezione supererà il massimo dei traffici sui quali a suo tempo si era impegnato Maersk. Con l’altro terminalista Grendi i movimenti container saranno in tutto 900 mila. L’accordo di programma che porterà le gru da 7 a 11 è in via di realizzazione: così attrezzato lo scalo potrà superare la soglia del milione di pezzi, ma per questo bisognerà misurarsi con la congiuntura internazionale che al momento è sfavorevole per tutti. Una cosa il porto canale di Cagliari dovrà fare: restare competitivo, gli altri porti sono in crescita costante». Nuova vita anche per il traffico merci. Alcune settimane fa lo scalo cagliaritano aveva incassato un successo commerciale: collegare la Sardegna a Salerno e a Valencia con navi ro-ro dell’armatore Grimaldi veloci, Fadda ha annunciato che presto cominceranno i lavori per il terminal delle merci all’imboccatura del porto canale. Ma siccome c’è fame di attracchi e alcuni operatori premono per allacciare collegamenti tra Cagliari e Livorno e tra Cagliari e Tunisi ecco che si parla di anticipare la consegna del molo Sabaudo in ristrutturazione e ampliamento: «E’ necessario - diceva Fadda - anche perché in questa maniera la Sardegna entra nei due principali corridoi di traffico verso la penisola Iberica e verso i Balcani».
Il tema «passeggeri» non permette ancora fuochi d’artificio: «E’ difficile che gli operatori guardino a Cagliari con la situazione di protezionismo verso alcune compagnie, ma già la linea per Livorno e Tunisi sarà per merci e anche passeggeri e nei primi mesi del 2009 faremo una manifestazione d’interesse per selezionare nuovi operatori». Una svolta, invece, è in arrivo per il diportismo, le barche private cui il piano regolatore dedica il porto lungo la via Roma: Fadda ha spiegato che l’intesa col Comune sulla variante al piano regolatore «ci legittima ad affidare il porto all’operatore che vinse l’appalto per la concessione l’anno scorso e presto faremo la manifestazione d’interesse internazionale per realizzare trenta posti charter davanti alla vecchia darsena e a Su Siccu. Tutto questo in attesa che si compia l’iter del piano regolatore portuale finito il quale potremo bandire gare internazionali per tutto il porto». Appunto, il piano regolatore: «E’ stato approvato nelle quattro varianti proposte, l’abbiamo già consegnato al Comune per l’intesa e ci stiamo lavorando. Intanto è stata fatta la gara per la valutazione ambientale strategica, si tratta di un documento fondamentale e stiamo acquisendo il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici». Tirando le somme: il piano regolatore dovrebbe essere «approvabile entro il giugno 2009». Il piano regolatore, si sa, non è un pezzo di carta con i sogni dei progettisti di turno sulle direttive ricevute dal comitato portuale e dalla presidenza dell’autorità portuale: è il documento guida per ottenere i finanziamenti necessari a far crescere il porto. Nessun’entità pubblica e tantomeno privata, infatti, metterebbe un euro, soprattutto oggi, su opere che non hanno una prospettiva chiara. Il piano regolatore dà una prospettiva a tutto quel che succede nel porto e quindi è la carta di credito più sicura. Ecco perciò che dopo quest’annuncio-promessa Fadda ha parlato di finanziamenti. Lo Stato non dà più un centesimo da tre anni (anche per l’assenza di richieste, solleciti, proposte locali) quindi l’autorità portuale s’è mossa per batter cassa altrove e, con un accordo di programma che la giunta regionale ha varato sabato scorso nella seduta fiume, arriveranno 140 milioni di euro: Fadda ha spiegato che 31 milioni verranno spesi subito perché in deroga dei finanziamenti concessi per i sei anni trascorsi e devono essere «cantierati» entro il giugno 2009. Gli altri 100 milioni verranno da fondi Fas e altri con confinanziamento regionale sul 2007-2012. «Altri sei milioni, forse nove - diceva ancora il professor Fadda - dipenderanno dalla nostra capacità di mettere a disposizione progetti». E questa è la base, il punto è che sul porto di Cagliari bisognerebbe arrivare a disporre di 300 milioni di euro per tutto ciò che c’è da fare: «Li cercheremo attraverso cofinanziamenti pubblici o finanziamenti privati e così - spiegava Fadda - otterremo il risultato di avere un porto completamente operativo. Project financing o banche d’affari potranno essere gli strumenti, ci sarà una gara internazionale per cercare soggetti cui affidare lo sviluppo del nostro porto, naturalmente sulle linee che noi daremo». Snodo verso finanziamenti ulteriori è la nuova vita di Free Zone la società nata per promuovere la zona franca e rimasta al palo perché lo statuto era considerato improponibile dagli esperti del ministero. «Nel comitato portuale del 20 gennaio porteremo il documento perché con un accordo di programma si faccia partire la zona franca, ci sarà un advisor, noi daremo i criteri fondamentali per la selezione delle aziende che vorranno lavorare qui, naturalmente si tratterà di criteri del tutto logici per un distretto industriale. Poi appalteremo le nuove darsene di Porto Foxi e Sarroch e la darsena dei pescatori alla Scafa, all’ingresso del canale». La passeggiata adesso è una palizzata che cresce, allo studio c’è il parcheggio sotterraneo che verrà scavato sotto il nuovo edificio (che radunerà gli uffici di capitaneria e autorità portuale): demolita la vecchia capitaneria si aprirà il varco tra città e molo Ichnusa e quindi una piazza nuova, l’edificio sarà spostato di qualche centinaio di metri.