Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Carnevale, «cancellano la nostra storia»

Fonte: La Nuova Sardegna
27 gennaio 2009

MARTEDÌ, 27 GENNAIO 2009

Pagina 2 - Cagliari

Maschere cagliaritane escluse dai festeggiamenti, nuove proteste
Massimiliano Medda «Non possono togliere la ratantira»

SABRINA ZEDDA

CAGLIARI. Un Carnevale senza ratantira e affidato piuttosto alla rievocazione dell’assalto aragonese alle mura di Castello? Un fatto che lascia quantomeno perplessi, perché anche nelle città più evolute i festeggiamenti carenvaleschi sono un fatto culturale e di conservazione della tradizione.
La pensano così molti cagliaritani doc, che dopo la notizia dell’esclusione delle associazioni storiche dai preparativi per i festeggiamenti, affidati alla Event group, sperano si sia ancora in tempo per cambiare la situazione e salvare la tradizione cagliaritana.
‹‹Il Carnevale è una questione culturale - dice Gianfranco Carboni, presidente della Circoscrizione Centro storico- Nel nostro caso è una tradizione che appartiene al cuore della città: smantellarla per far posto a qualcosa che poco ci appartiene devo dire mi ha lasciato di stucco››.
Carboni ricorda l’iniziativa della sua Circoscrizione di qualche anno fa, quando davanti all’amministrazione comunale decisissima a lanciare il tema di Dante l’elefante, decise di organizzare, parallelamente, un Carnevale che proponeva le maschere della tradizione sarda. Esperimento gradito e già riuscito, peraltro, in occasione di alcune manifestazioni volte ad attirare i cittadini verso il cuore commerciale della città. ‹‹Ecco, idee come queste, di un Carnevale con le maschere sarde proposte a Cagliari, si possono capire - continua Carboni - Non capisco invece come si possano mandare via le associazioni che con le loro maschere hanno un po’ fatto la storia della città››. Se proprio si voleva fare qualcosa di diverso, aggiunge Carboni, che almeno la si fosse unita con le proposte tradizionali. La pensa così anche Massimiliano Medda dei Lapola, cagliaritano del quartiere Marina: ‹‹Ben vengano le innovazioni- dice - Proporre nel Carnevale cittadino qualcosa di nuovo mi sembra giusto, ma togliere la ratantira no, perché quel suono che a qualcuo può anche non dire nulla, per molti è la vera colonna sonora del Carnevale cagliaritano››. Una colonna sonora, prosegue il comico, simbolo della Cagliari del passato e delle sue maschere, da sa panettera a su dottori sino a sa gattu. ‹‹Ripeto - aggiunge Medda- se si vuol fare qualcosa di nuovo nel quartiere Castello ben venga, ma non per questo ci deve essere tolta la ratantira››.
Alessandro Serra, consigliere comunale di An, in questi giorni è fuori dalla Sardegna e non conosce bene la questione, eppure si dice dispiaciuto per l’esclusione delle associazioni storiche: ‹‹Bisogna trovare una soluzione perché nei festeggiamenti carnvaleschi ci sia spazio anche per loro››. Sulla questione dice la sua anche lo storico Antonio Romagnino: ‹‹Condivido appieno il malcontento delle associazioni che ora si sentono scippate di un evento costruito da loro - afferma - Il fatto che ora protestino è positivo perché in questo modo si fanno interpreti dei sentimenti di tutti quelli che invece non hanno né i mezzi né la possibilità di farsi sentire››. Non diciamoci comunque per vinti, è il pensiero di molti. ‹‹E’ vero che c’è stato uno scippo - dice il consigliere comunale Giorgio Cugusi (Sd)- Ora però bisognerebbe valutare come salvare la faccia e restituire alle associazioni storiche del nostro Carnevale il ruolo che le spetta››. Al di là di tutto resta comunque il neo della novità legata all’affidamento triennale dei preparativi. ‹‹In periodi di crisi come quello che stiamo attraversando - conclude Cugusi - anche il Carnevale deve essere sobrio. Non capisco proprio il senso di questi affidamenti esterni, estesi poi a più anni››.