Autore: Redazione Casteddu Online il 06/10/2014 19:23
Continua la strage di imprese nel cagliaritano. Nei primi otto mesi del 2014, nella provincia di Cagliari, hanno chiuso i battenti ben 459 imprese contro le 167 nuove iscritte nello stesso lasso di tempo: con un saldo negativo pari a -292 che, rapportato a quello totale in Sardegna di -591, rappresenta quasi il 50 per cento del fenomeno. Dati forniti dal Centro Studi della Confesercenti Nazionale e che rappresentano l’andamento delle aperture e chiusure delle attività con sede fissa. “Un dato allarmante – spiega la Confesercenti - che riguarda in modo particolare le attività non alimentari e non specializzate, ma ancora di più lo è perché ormai da diversi anni questi dati sono in caduta libera, senza che si riesca a porre freno a questa situazione”. Non se la passano meglio i pubblici esercizi (bar e ristoranti): il risultato negativo fra iscrizioni e cancellazioni è pari a -54 unità, delle quali -26 nei tre capoluoghi di provincia (Cagliari, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano). Rapportando questo dato a quello sardo (-78 unità) vediamo che la vecchia provincia di Cagliari addirittura ha un saldo negativo che tocca quasi il 65% del totale, con Cagliari che ha un dato vicino al 45% del totale regionale. Il commercio su area pubblica invece, come da un po’ di tempo a questa parte, pare essere l’unico comparto del commercio che fa registrare andamenti incoraggianti: si evidenzia un saldo positivo tra nuove aperture e chiusure pari a 29 unità. Rapportando questo dato con il saldo regionale (+102) si evidenzia che la provincia di Cagliari rappresenta quasi il 30% dell’incremento. La spiegazione di questo fenomeno in controtendenza risiede nel fatto che la stragrande maggioranza di queste nuove imprese sono rappresentate da operatori extracomunitari che vedono in questo tipo di commercio l’unica possibilità di mettersi in regola secondo le normative vigenti. “A parte questo piccolo passo in avanti del commercio su area pubblica – conclude la Confesercenti - purtroppo dobbiamo continuare a registrare continui cali della popolazione delle imprese commerciali in Sardegna e nella nostra provincia. È una situazione devastante che produce impoverimento del territorio, disoccupazione (sia per gli imprenditori che per i collaboratori dipendenti) e che la nostra classe politica deve affrontare quanto prima per trovare soluzioni che diano finalmente impulso e rinnovamento a una categoria che ormai da troppi anni patisce nel silenzio generale una crisi che sembra non avere fine”.