SANT'ELIA. Faccia a faccia tra assegnatari e vertici di Area, si cercano soluzioni
Hanno sfidato il freddo polare e si sono trovati in piazza, a Sant'Elia, per discutere del drammatico problema dei conguagli d'oro chiesti per le case popolari. Assemblea affollata e vecchio stile, con tanto di megafono, ieri pomeriggio a Sant'Elia: a ritrovarsi faccia a faccia, circa 500 assegnatari, i direttori generali e amministrativo di Area per la provincia di Cagliari, Sebastiano Bitti e Massimo Cambule. A promuovere l'incontro (che si sarebbe dovuto tenere al Lazzaretto ma, poiché il centro culturale era chiuso, è stato dirottato in piazza), il comitato di quartiere Sant'Elia e l'associazione Sant'Elia Viva.
«Abbiamo chiesto di trovare una soluzione per un pasticcio di cui gli assegnatari non hanno alcuna colpa», spiega la consigliera comunale Marisa Depau, che fa parte del comitato di quartiere e ha partecipato all'incontro: «La presenza dei responsabili di Area è un segnale positivo, che abbiamo molto apprezzato».
Nelle ultime settimane circa tremila dei settemila assegnatari di alloggi popolari in Sardegna hanno ricevuto da Area una lettera con cui, alla luce dei nuovi redditi accertati dalla Agenzia delle entrate, si chiedono loro arretrati per svariate migliaia di euro.
L'inghippo, spiegava il direttore amministrativo Cambule, è dovuto al ritardo di cinque anni con cui Area ha ricevuto dall'Agenzia delle entrate i nuovi dati. «Non si capisce il motivo di questo ritardo», obietta Depau: «Il Comune è riuscito ad aggiornare anno per anno i canoni, perché Area no? La legge prevede che, in caso di modifica del reddito, il canone sia adeguato a partire dal mese seguente, in modo da evitare che passi il tempo e si accumulino conguagli mostruosi come questi».
Il risultato è drammatico: ci sono pensionati al minimo che devono pagare 7.000 euro, vedove che devono sborsarne 8.000, disoccupati alle prese con debiti da 10.000. Gli uffici di Area sono stati presi d'assalto, e una settimana fa in quelli cagliaritani di via Cesare Battisti si sono vissuti momenti di forte tensione.
Area, che si è resa conto dell'impatto sociale del problema, ha promesso rateizzazioni fino a cinque anni per venire incontro agli assegnatari. «Non basta», commenta la consigliera: «Abbiamo chiesto di incrementare il fondo sociale della Regione per contributi per il pagamento canoni edilizia pubblica, che ora è limitato agli oneri accessori e a chi ha un disabile in casa, in modo da coprire, almeno in parte, gli arretrati di questi morosi incolpevoli».
L'assemblea è stata aggiornata a giovedì 5 febbraio, alle 17, al Lazzaretto. (m. n.)