TRIBUNALE. Commercialista incaricata di studiare un bilancio già approvato
Non solo bilanci, atti e provvedimenti del cda relativi all'ultimo anno e mezzo di attività del Teatro Lirico. Nell'inchiesta-bis per abuso d'ufficio sul sindaco Massimo Zedda e su tutto quanto accaduto nell'ente dopo l'estromissione di Marcella Crivellenti da sovrintendente (novembre 2013), i finanzieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura venerdì scorso hanno acquisito anche i documenti riguardanti l'incarico affidato di recente alla consulente Donatella Masala: la professionista avrebbe dovuto valutare lo stato del bilancio nel 2014 e, indiscrezioni dell'entourage del sindaco non confermate, avrebbe verificato l'esistenza di un risultato non positivo sotto la gestione del sovrintendente Meli.
La richiesta, però, è apparsa curiosa agli occhi del pubblico ministero Giangiacomo Pilia, tenuto conto che il bilancio del Lirico era già stato approvato da chi era deputato a farlo. Dunque, perché dare l'incarico di effettuare una nuove verifica sui conti?, si è chiesto il pm. Soprattutto: chi aveva suggerito l'iniziativa? Quesiti la cui risposta potrebbe allargare il raggio di accertamenti al momento limitati al solo Zedda. Non solo: quella decisione secondo gli investigatori si incastrerebbe perfettamente nella ricostruzione del pm, il quale contesta al sindaco un comportamento persecutorio (mobbing) nei confronti di chi (Meli) mai avrebbe voluto sovrintendente. Una nomina che il primo cittadino aveva dovuto digerire suo malgrado essendo stata deliberata dalla maggioranza nel consiglio d'amministrazione (i componenti Giorgio Baggiani, Maurizio Porcelli, Giovanni Follesa e Gualtiero Cualbu) contro l'opposizione degli altri tre membri (lo stesso Zedda, il magistrato in pensione Mario Marchetti e Susanna Pasticci, rappresentante del ministero). Proprio Cualbu più volte nei mesi scorsi si era presentato in Procura per denunciare il presunto ostruzionismo del sindaco (che è anche presidente della Fondazione) puntando il dito sugli aspetti diventati poi centrali nell'inchiesta: la tardiva firma sul contratto di Meli quale sovrintendente e direttore artistico del Lirico (per 180 mila euro); il rifiuto di inserire all'ordine del giorno la richiesta di costituire la Fondazione come parte civile nel processo a Zedda scaturito dalla nomina di Crivellenti (udienza il 27 marzo); il mandato a uno studio legale di preparare i ricorsi a Tar e Consiglio di Stato (quest'ultimo poi ritirato) per confermare a capo dell'ente la donna, che il Tar aveva estromesso dalla carica; il tentato commissariamento dopo la sentenza amministrativa; i danni creati al Teatro per il minor numero di abbonamenti dovuto alla mancata programmazione della stagione. L'impressione è che l'inchiesta possa presto allargarsi.
An. M.