Possibile svolta per 3.500 inquilini di case popolari a rischio sfratto
Vertice Maninchedda-Comune: più rate e aiuti
Alla fine una soluzione sarà trovata. Però bisogna agire in fretta. Sono 3.547 in provincia di Cagliari (e nel Medio Campidano) e circa 2.800 solo in città le famiglie in ambasce per i canoni di affitto arretrati degli alloggi popolari: se non pagati, potrebbero determinare lo sfratto dei morosi. Il debito complessivo ammonta a 7 milioni ma il piano di rientro, seppur doloroso, cercherà di agevolare le situazioni più estreme proprio per scongiurare il peggio. A prometterlo, durante un incontro che si è tenuto lunedì, sono state la Regione e l'Area a una delegazione del Comune e degli inquilini delle case popolari. Due le strade percorribili nell'immediato: un piano di rientro per chi non ha pagato non più di cinque, ma di otto rate. E poi, attingendo alle somme residue del fondo sociale, si potrebbero assegnare contributi ad hoc agli utenti con particolare disagio.
L'INTERVENTO È la sintesi delle comunicazioni date dall'assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda e dal commissario dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (Area) Sergio Cocciu. «Per seguire questo percorso», ha detto Maninchedda, «è necessaria l'approvazione di due distinte delibere di Giunta. Da parte mia non c'è alcuna difficoltà». E a confermare la procedura è il commissario di Area: «Due terzi dell'utenza ha un indebitamento sotto i 3 mila euro», ha spiegato. «Stiamo cercando di avviare un percorso che renda meno difficoltoso il recupero dei crediti. Di certo, emergono anche casi di “furbi” che, pur potendo pagare, non lo facevano perché autocertificavano un'indigenza talvolta inesistente. Abbiamo diverse situazioni da definire, che comunque saranno irripetibili in futuro perché ci basiamo sulle dichiarazioni dell'Agenzia delle Entrate».
GLI INQUILINI Resta dura la posizione del comitato inquilini e assegnatari: «Area applica canoni di locazione con redditi presunti attingendoli tramite password al terminale dell'Intendenza di Finanza, cosa illegittima in quanto riservata agli enti pubblici e Area non è ente pubblico ma azienda a controllo regionale», è scritto in un documento firmato da Andrea Trincas. «Così come illegittima ci pare la richiesta di arretrati a partire da 2008, in quanto tali posizioni reddituali furono consegnate con autocertificazione come richiesto da Area. Cosa che ci lascia perplessi è questa premura di battere cassa in modo indiscriminato, dopo anni di silenzio su circa 2.800 utenti nella sola Cagliari e dopo aver trascurato per anni le manutenzioni. Battere cassa: quando si chiedono bollettini di circa 300 euro mensili a distanza di cinque giorni l'uno dall'altro come vogliamo chiamarlo?».
LA RICHIESTA Da qui una richiesta alla Regione: «Nel riparto della legge finanziaria del 2015 sia imperativo che il calcolo del canone di locazione sia calcolato sul reddito accertato e non presunto. Se, a tal fine, L'Intendenza di Finanza non può fornire tali notizie, si ripristini il vecchio sistema dell'autocertificazione, legittimo e legale. Non possono essere richiesti arretrati anteriori al 2010, anno certo di reddito già dichiarato ad Area». Ancora: «Se a tale accertamento risultassero differenze reddituali, gli arretrati devono essere ripartiti nell'arco di anni otto. Inoltre, i non percettori reddito vengano collocati al minimo del canone e, come promesso, si raddoppi il fondo sociale di sostegno affitti».
Lorenzo Piras
@lorenzopiras71