Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La petizione Seimila firme per dire no alle strutture di legno

Fonte: L'Unione Sarda
5 febbraio 2015

Le avevano tentate tutte per evitare quello che per loro era uno sconcio. Avevano raccolto seimila firme e inviato una lettera d'invito al ministro ai Beni culturali Giovanna Melandri: «Venga, accerti regolarità e legittimità, intervenga con urgenza». L'Anfiteatro è stato teatro di accesi duelli non solo in epoca romana, ma anche più recentemente, agli inizi del nuovo millennio. Il Comitato per la tutela dell'Anfiteatro romano di Cagliari , costituito da un gruppo di intellettuali, architetti, archeologi, antichisti e ingegneri aveva l'obiettivo di «raccogliere le numerosissime proteste dei cittadini cagliaritani e non, contro le strutture che il Comune ha sistemato, occultando il monumento». Tra loro Giovanni Lilliu, Antonio Romagnino e Maria Antonietta Mongiu. Non si erano fermati di fronte a niente, sino ad arrivare a una clamorosa protesta (il 10 giugno 2000) in viale Sant'Ignazio, davanti al teatro usato dai romani. Numerosi componenti del Comitato avevano riassunto la propria indignazione per la scelta fatta dal Comune: «Intervento indecente». Numerosi gli interventi. Romagnino aveva sottolineato come le parti in legno facciano «scomparire il monumento ai nostri occhi» e di come, a differenza dell'«apatia dei cagliaritani» riscontrata da Lawrence nel suo soggiorno in città nel 1921, la reazione di gente comune e intellettuali dimostri che la società riesce ancora a indignarsi e reagire. Una conferma da Barbara Fois (docente di Antichità e istituzioni medievali nella Facoltà di Lettere): «Il consiglio di Facoltà ha firmato quasi all'unanimità la petizione contro l'intervento all'Anfiteatro».