Fortuna che c'è internet. Solo una diretta streaming ha sedato ieri il malumore dei genitori di 150 giovani nuotatori, lasciati fuori dalla piscina di Terramaini senza poter assistere alla gara dei figli. Colpa di un provvedimento, emesso lunedì dall'assessorato comunale allo Sport, in seguito al superamento del tetto massimo di spettatori, fissato a 99. Il successivo divieto di organizzare competizioni nell'impianto di Pirri venerdì sera era stato convertito in concessione alla disputa della gara, purché a porte chiuse. Decisione accolta con rassegnazione dalle famiglie, rimaste nei parcheggi a confrontarsi su una situazione cronica.
«Assurdo non poter assistere e non trovare una struttura disponibile», osserva una signora mentre cerca la connessione per assistere alla diretta consolatoria, «ogni gara, si ripresenta la stessa situazione». Non sempre la piscina di Terramaini, unico impianto in Sardegna con vasca olimpionica coperta, è disponibile. Anche quando lo è, non può accogliere il pubblico perché le tribune sono - dopo dieci anni dalla costruzione e un recentissimo intervento di manutenzione - ancora prive dell'agibilità. Peccato che, proprio ieri, tra ragazzi e borsoni, i posti occupati sugli spalti fossero ben più di 99. «Che contraddizione», commenta Daniele Manca, «le società dovrebbero ribellarsi e boicottare le gare». C'è chi associa la rabbia alla preoccupazione. «Mio figlio è asmatico», spiega Ignazio Caria, «dentro c'è il medico ma non mi sento tranquillo». Società e federazione chiederanno un incontro urgente all'assessore.
Clara Mulas