Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Karel Me Oggi in Castello, poi Oristano e Sassari Edda va oltre il ritmo tribale

Fonte: L'Unione Sarda
26 febbraio 2015


 



E ra approdato a Cagliari nel 2012 in occasione del Karel Music Expo e, anche questa volta, Edda, ex voce dei Ritmo Tribale, ritorna in città su invito di Vox Day, per firmare una delle anteprime del “festival delle culture resistenti”, ideato da Davide Catinari, che da anni si tiene in ottobre a Castello. Stefano Rampoldi presenta oggi alle 21.30 a Palazzo Siotto i brani dell'ultimo lavoro “Stavolta come mi ammazzerai?”, titolo preso in prestito dal film capolavoro “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, di Elio Petri. In compagnia del bassista Luca Bossi e del batterista Fabio Capalbo, sarà poi di scena domani al Life di Oristano e sabato al The Hor di Sassari. «È un disco duro ma non carico d'odio, in cui parlo di vari argomenti, tra cui la famiglia, e temi scomodi come pedofilia, anoressia, incesto, pornografia, Aids», dice il cantante-chitarrista milanese, che, dal 2009, ha intrapreso la carriera solista.
L'Italia non è mai stato un paese rock: cosa la trattiene ancora dal rimanere qui?
«La lingua. Cantare in italiano mi piace molto, anche se parlo abbastanza bene l'inglese, che continuo a studiare e praticare con profitto. Sono contento di essere italiano, ma confesso che in questo momento mi piacerebbe vivere all'estero, nel nord Europa».
Vivere di sola musica oggi è diventato difficile…
«Molto, e a volte questa passione ti costringe a fare delle scelte. Per fare bene questo disco, ho abbandonato la mia occupazione, che era quella di lavorare sui ponteggi. Lavoravo dodici ore al giorno nei cantieri e, quando rientravo casa, ero stanco. Così, mi sono preso un anno di pausa per dedicarmi completamente alla musica, grazie anche all'aiuto delle mia fidanzata, che mi sostiene nel quotidiano. Prima avevo uno stipendio sicuro ma mi sentivo frustrato. Ora faccio quello che desidero però vivo nell'incertezza. Vediamo cosa succederà, male che vada, farò uno dei lavori che tanta gente rifiuta».
Tecnologia e talent-show, hanno in qualche modo minato il rapporto diretto tra band e fans?
«Penso di no. Anche gli artisti che partecipano ai talent, portano un messaggio di impegno e convinzione in quello che fai».
Oltre a portare in giro il materiale del nuovo album, si sta dedicando anche ad altro?
«Sto scrivendo le canzoni per il prossimo disco».
Il rock-indie italiano deve qualcosa anche ai Ritmo Tribale…
«Non saprei. Siamo stati tra i primi, insieme a Marlene Kuntz e Afterhours. Avevamo vent'anni e volevamo vivere d'altro. Lavorare non ci spaventava. Ci spaventava invece l'idea di trascorrere il tempo dietro un scrivania».
Vede in giro gruppi che hanno raccolto l'eredità della sua vecchia band?
«Ritmo Tribale era una formazione sui generis. Non siamo stati un esempio da seguire, come nel caso dei Marlene».
Carlo Argiolas