«Il trasferimento della metropolitana di superficie al Ctm è nelle cose, è la direzione giusta, quasi obbligata». È così che la pensa il sindaco di Cagliari. È questo che ha ipotizzato nei giorni scorsi, Massimo Zedda, durante la conferenza di presentazione del nuovo servizio BusFinder promosso dal Consorzio. Una dichiarazione d'intenti che non sembra ammettere dubbi e che dimostra invece certezze assolute sulla necessità di cobcretizare il passaggio del metro dall'Arst (dunque Regione) al Ctm (quindi Comune). O meglio: Comune di Cagliari, che detiene il 67,5 per cento del capitale azionario del Ctm, la Provincia (25 per cento) e Comune di Quartu (7,5 per cento).
DAL MUNICIPIO Zedda, insomma, sembra deciso a potenziare l' azienda di famiglia , puntando sempre di più su qualità, innovazione e servizi non solo in ambito prettamente urbano ma estendendoli all'area vasta.
L'AZIENDA Carlo Poledrini, che dell'Arst è direttore, non sembra per nulla sorpreso delle dichiarazioni del Zedda. «Mah, non è la prima volta che il sindaco riflette su questo possibile trasferimento. In effetti sta parlando, da sindaco, della “sua” azienda. Noi siamo semplici gestori di un servizio, le competenze sono della Regione».
IL FUTURO L'obiettivo dichiarato dal sindaco di Cagliari non sarà comunque di facile attuazione. Lo ammette l'assessore alla Mobilità, Mauro Coni. Lo conferma il responsabile regionale dei Trasporti, Massimo Deiana. Il riferimento è tutto alle norme, a una legge della Regione, la 21, non attuata. Dice Coni: «Il futuro prossimo è l'istituzione della città metropolitana che ha nel suo statuto il governo unico dei trasporti. Che siano su gomme o su ferro. Su questo bisogna puntare, inserendo realtà come Capoterra, come Sestu, come anche Dolianova che devono far parte dell'area vasta».
LA CONFERMA È l'assessore Deiana a confermare la strada da seguire. «L'ipotesi avanzata da Massimo Zedda è quella giusta, e oggi tra Comune e Regione esiste fortunatamente un dialogo costruttivo. Non nascondo però le complessità che potrebbero sorgere per il trasferimento di competenze della metropolitana di superficie da Arst a Ctm per via della normativa istituzionale. Ripeto, è però la prospettiva più logica. È appunto nelle cose che chi esercita il trasporto pubblico locale, in questo caso il Comune, sia il medesimo ente che predispone la pianificazione urbanistica».
Andrea Piras