Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via Peschiera, fine dell'incubo

Fonte: L'Unione Sarda
11 marzo 2015


Lavori prima dell'estate nel quartiere ad alto rischio idrogeologico. Gioia dei residenti

 

Apre il primo cantiere per la messa in sicurezza del rione



I disagi annunciati non fanno paura. Come potrebbero, d'altra parte, dopo quelli subiti, vissuti, sopportati per sette lunghi anni. Da quella notte d'agosto del 2008 in cui, nel quadrilatero di via Peschiera, il rione tra piazza d'Armi e Tuvixeddu-Tuvumannu, si sfiorò la tragedia. La strada, poggiata sul nulla, sprofondò ingoiando un'auto in sosta. Rione ad alto rischio smottamenti ma non inserito nel cosiddetto piano sink-hole. Dunque non ufficialmente attrezzato per raccogliere i fondi necessari per la sua messa in sicurezza. L'ha ottenuto, il riconoscimento, lo scorso ottobre, quando finalmente, l'Adis (Agenzia regionale di distretto idrografico) ha detto sì all'adozione della perimetrazione di via Peschiera e dintorni. Del quartiere in cui oltre a via Peschiera fanno parte via Goito, via Castelfidardo, via Montenotte, via Marengo e via Pastrengo.
IL TEMPO Ci sono voluti appunto sette anni d'attesa e di proteste per salutare la fine dell'incubo. Le battaglie di un intero rione e di un comitato spontaneo che mai ha allentato la presa, che da quella maledetta notte mai si è arreso ai rinvii, alle chiacchiere, all'assenza delle istituzioni. Agli errori. Fino a quello, clamoroso, che aveva quasi fatto perdere parte dei finanziamenti per la messa in sicurezza dirottandoli a Olbia.
IL VIA Adesso si parte. L'annuncio è stato dato ieri dal sindaco Massimo Zedda, dall'assessore alla Mobilità Mauro Coni, da Fabrizio Marcello, presidente della commissione Servizi tecnologici e Andrea Scano, responsabile della Commissione urbanistica. Un via libera ai lavori di risanamento che deve solo completare un breve iter burocratico perché il cantiere possa essere definitivamente aperto. Lo sarà tra qualche settimana, di sicuro prima dell'estate, e per 250 giorni via Peschiera (oggi chiusa dalle transenne nonostante alcuni interventi di messa in sicurezza) e via Marengo saranno rimesse a nuovo, sottratte insieme ai loro residenti dal pericolo.
«Un primo stralcio di un progetto ben più ampio che riguarderà l'intero rione», ha spiegato l'assessore Coni. Riguarderà via Peschiera per 90 metri e via Marengo dall'incrocio con via Peschiera all'incrocio con via Montenotte per 55 metri. Un intervento da un milione e 500 mila euro a cui seguiranno altri due progetti (quello di Castelfidardo-via Montenote già approvato e quindi immediatamente cantierabile e in attesa di approvazione) più quello di piazza D'Armi. Anche questo pronto a partire.
LA SPERANZA Insomma, fine dell'attesa. Nel concreto, per scacciare una volta per tutte il pericolo smottamenti, via Peschiera e via Marengo saranno letteralmente sfondate e ricostruito il sottosuolo. Così come avverrà nell'intero rione. «L'obiettivo - ha avvertito Coni - sarà realizzare in tutta l'area del quartiere una rete di cunicoli attrezzati sotto il piano stradale che conterranno, al loro interno, tutti gli impianti tecnologici». Ovvero le nuove condotte di Abbanoa inclusi gli allacci dei privati, la rete elettrica, quella telefonica, del gas. Gabbioni facilmente ispezionabili senza essere costretti a sfondare in caso di guasti. «I tempi per arrivare all'esecutività del progetto sono stati lunghi anche per il grande lavoro di indagine svolto nel biennio 2012-2013 che ha comportato 50 chilometri di perforazioni per riuscire sondare il sottosuolo», ha riferito l'assessore alla Viabilità. «Alla chiusura dei cantieri nel quartiere potranno rientrare auto private e mezzi pubblici, i camion e i compattatori dei rifiuti».
Il sindaco Massimo Zedda ha messo l'accento sulla qualità del progetto. «Abbiamo privilegiato l'affidamento delle opere alle imprese nel nome della qualità più che del risparmio. La pratica dei ribassi d'asta troppo spesso non premia. Ad aggiudicarsi i lavori è stata una ditta sarda e come in altre occasioni anche per l'economia isolana ci saranno benefici diretti».
IL COMITATO Patrizia Tramaloni, la combattiva presidentessa del Comitato di quartiere, presente in municipio con una folta rappresentanza di residenti, non nasconde la gioia ma avverte: «Non siamo qui per un arrivederci e grazie. Non da sette ma da trent'anni lamentavamo i problemi del quartiere e ora siamo arrivati al dunque. Alla messa in sicurezza dell'intero rione e alla cancellazione definitiva dell'idea folle della delocalizzazione».
Andrea Piras