Se le esigenze della sicurezza pubblica sono l'argomento dei favorevoli, tra le ragioni dei contrari ci sono l'impatto sull'integrità del monumento, quello sulla godibilità del panorama e il rischio che i pannelli trasparenti diventino la lavagna preferita degli scarabocchiatori di strada.
Il plexiglass non piace per niente allo scrittore Giorgio Todde: «Un intervento che si inserisce in una tradizione consolidata, che va dal ripascimento del Poetto al vialone nel canale di Tuvixeddu: non sappiamo rispettare il nostro patrimonio. Se vogliamo vedere un monumento conservato nella sua integrità ci tocca andare a Siena, in Toscana. Qui ci è inibito. Del resto al Bastione le mostruosità non mancano: penso ai pannelli installati nella terrazza sul Bastione Santa Croce; ma la stessa passeggiata coperta è una mostruosità, visto che in origine non prevedeva infissi e perciò non aveva problemi di umidità. Sono curioso di sapere cosa pensa del plexiglass la Soprintendenza, che pure negli anni ha acconsentito a veri e propri orrori».
Favorevole, invece, lo psichiatra Leonardo Tondo: «Avrà un impatto sul monumento? Non c'è dubbio. Servirà a ridurre i suicidi? Non c'è dubbio. Non è vero, come si dice, che “tanto se uno vuole uccidersi il modo lo trova”. C'è un'ampia letteratura che lo dimostra: le reti, per esempio, hanno funzionato in tutto il mondo, dal Muro Torto di Roma al Golden Gate di San Francisco. Il suicidio è un comportamento idiosincratico: chi vuole togliersi la vita ha in testa un modo per farlo; se è ostacolato, in genere, l'aspirante suicida rinuncia». (m. n.)