Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In 25mila sotto il diluvio per conoscere la prigione

Fonte: L'Unione Sarda
23 marzo 2015


BUONCAMMINO. È stato il monumento più visitato d'Italia

 


La città dall'alto della prigione è scintillante, con i riverberi della pioggia caduta per tutta la notte e - all'improvviso, quando la giornata sembra compromessa - illuminata da un sole pallido ma gradevole. Ed è proprio il contrasto tra sofferenza e normalità che ieri ha spinto 25mila visitatori fino a notte (oltre 30mila in tutto contando sabato) a prendere d'assalto Buoncammino, monumento più visitato d'Italia nelle giornate organizzate dal Fondo Ambiente Italiano (Fai).
IN CODA «Vietato l'ingresso agli estranei», è scritto in un cartello, ormai reperto storico di quel che il carcere - chiuso domenica 23 novembre dopo 159 anni - è stato. Ma, almeno ieri, non era rivolto ai cagliaritani. La fila per entrare nelle celle, che ancora odorano di presenza e raccontano storie di dolore, dalle 8 si è ingrossata sempre più. Intorno alle 14 si estendeva ben oltre viale Buoncammino. Verso le 14,30, all'altezza della colonnina dei taxi, Gianfranco Cogoni di Quartu confidava, per nulla impaurito dalla fila da affrontare: «Non volevo venire per rispetto di quel che Buoncammino è stato, ma alla fine ha prevalso la curiosità». La stessa che ha spinto Giorgio Zucca, per un aspetto paesaggistico: «Sarà splendido osservare Cagliari dall'alto. Credo che per i detenuti fosse la pena più grande vedere attraverso le sbarre uno spettacolo così». In serata la lunga scia di visitatori arrivava fino al convento dei Cappuccini e, per intrattenere la folla, sono stati organizzati spettacoli.
OLTRE LE SBARRE Dentro il carcere si entra a gruppi di settanta, massimo cento. Gli “aspiranti ciceroni” sono i ragazzi delle scuole cittadine, coordinate dalle Lucido Sottile. C'è il mondo della cultura: l'ex preside dei Giurisprudenza Pietro Ciarlo, il geologo Sergio Vacca non sono passati inosservati. Ciarlo, in una pausa della visita, argomenta sul senso che, a suo avviso, ha l'apertura straordinaria: «Alla base c'è una curiosità rispettosa di quel che la prigione è stata per molti», dice. «Il problema delle carceri in Italia e in Sardegna è sentito parecchio: è chiaro che la società vuole contrastare l'odio. La massiccia presenza qui è il simbolo di questo sentire comune». C'è pace - adesso - in carcere. Dall'alto Cagliari si mostra come una bella signora: libera. Assonnata la mattina, dopo il diluvio; con l'abito da sera all'imbrunire, con i primi lampioni accesi e l'orizzonte che si staglia verso il Campidano da un lato e verso il mare dall'altro.
COMUNITÀ Buoncammino è una città a sé: «Comprendiamo perché i detenuti di lungo corso si trasformavano in belve, stando anche in quattro in celle così piccole», constatano all'uscita Marco D'Alba e Sonia Serci. Poi, con i dovuti paragoni, Carlo Cadeddu dice: «Lo facciano diventare museo: ho visitato Alcatraz, lì fanno business dalle visite».
Lorenzo Piras
@lorenzopiras71