Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le scenografie del Lirico: in scena l'arte dei maestri

Fonte: L'Unione Sarda
23 marzo 2015


Esposizioni “OPERA-I”, al THotel di Cagliari la creatività di chi sta dietro le quinte



H anno mani abilissime, gli “OPERA-I”. Ovvero, gli attrezzisti, i falegnami, i truccatori, gli scenografi, tutti i maestri che agiscono dietro le quinte. Mestiere e immaginazione, nella mostra allestita sino al 20 giugno al THotel (via dei Giudicati), per una serie d'installazioni realizzate con materiali recuperati dagli allestimenti del Teatro Lirico di Cagliari. Curata da Simona Campus col coordinamento di Tramare e TArt, l'esposizione trova nella musica il suo motivo conduttore. Ragion per cui comincia col ritratto di Giuseppe Verdi dipinto da Francesco Rais e prosegue con un manichino ispirato all'aria di Don Basilio nel Barbiere di Siviglia.
“La calunnia è un venticello”, un'auretta assai gentile che s'infila tra le pieghe di un pastrano che va allargandosi verso il basso, come le voci dei maldicenti. Beniamino Fadda, Elisabetta Boi, Daniela Guiso e Marco Saba firmano in gruppo questa figura femminile a tre teste fatta di garze dipinte, carta, lana, cascame e con una grande ragnatela distesa sul manto (talvolta ci si impiglia nella malignità). Marco Nateri, regista e costumista, compone uno scultoreo “Sipario” con i prototipi delle camicie in tela ghinea cucite per i suoi spettacoli. Le ha appese sulle grucce di legno, in onore al mondo sartoriale e le ha fermate con le spille a balia, fide alleate delle prove in camerino. A spezzare il colore ecru, un abito di raso rosso. Sabrina Cuccu ama molto un compositore eccentrico e dalla vita sofferta. E appende in onore di “Janacek” una cascata di nastri magnetici vhs che scendono dal lucernaio e si annodano al fondo, in un intrico che allude alle difficoltà economiche di un compositore tanto povero da doversi esercitare su un pianoforte finto.
Ognuno dei protagonisti di questa collettiva ha uno stretto legame con le opere liriche. Sono professionisti non abituati alla ribalta e preziosissime presenze silenziose. Sono tecnici abituati a risolvere problemi e a non buttar via nulla. Salvatore Campus ha raccolto le lampadine esauste dei proiettori, le ha chiuse dentro contenitori di plexiglas, le ha munite di interruttori in ceramica e ne ha ricavato lumi funzionanti. Il titolo? “E lucevan le stelle” del Cavalier Cavaradossi nella Tosca . “Lady Machbet”, fosca eroina, è la pianta carnivora, bella e letale, plasmata da Arianna Caredda con polistirolo, terriccio, tubi multistrato. Carola Ciani ha fatto a pezzi lo spartito del “Flauto magico” e ne ha ricomposto i frammenti in guisa di ali. Quelle di Papageno, l'uccellatore che canta “Vorrei volare fino al sole”. Un ragno d'acciaio, sui gradini de "La scala di seta" costruita con ovatta e cantinelle di legno da Raffaella Mattana. Listelli sbalzati, per il “Nabucco” di Antonio Rais, e pecorelle in neoprene messe in fila da Raffaele Mereu per simboleggiare la pausa dell'“Intervallo”. Preceduto, nel momento in cui le luci si spengono, dalle parole scaramantiche vergate da Massimiliano Mandas sul pannello che annuncia “Attenzione…sipario”.
Cristian Soru, assistente d'orchestra, ha dato peso a un violino, a un flauto e a un clarino. Strumenti interamente forgiati con bulloni, viti, dadi e rondelle per una militaresca “Radetzkj - Marsch”. Chiamati a esprimersi in piena libertà, gli artefici hanno messo in campo un'inventiva nutrita di cultura. Hanno collegato l'interno e l'esterno dell'albergo piazzando nell'acqua delle vasche del giardino tre opere visibili dalla vetrate. Fluttua al vento, la pallida medusa venuta su dal mare attraversato dall'“Olandese volante”.
È una tonda aggregazione di telo agricolo, cellophane, fil di ferro e silicone ideata da Andrea Pirarba. Accanto, l'“Ondina” modellata da Annalisa Barbieri e Anastasia Mela con gelatine colorate, bottiglie di plastica, foglia d'argento. Il tema scelto da Salvatorica Cuboni sintetizza lo spirito della rassegna nel nome di Haydn e di un suo celebre oratorio. “La Creazione” è cerchio di legno e velluto punteggiato da una costellazione di brocchetti . Appeso al soffitto, fa cadere una pioggia di pietre legate dalle corde di violino, violoncello e contrabbasso. (al.me.)