L'ALLARME.
Servono 15 milioni subito e altri 35 a breve: domani un vertice in Consiglio regionale
Le Province sarde, tutte commissariate, sono quasi al collasso. Mancano risorse per 50 milioni di euro e sono a rischio i servizi essenziali, assicurati, oltre che dai circa duemila dipendenti in tutta la Sardegna, anche dai 150 precari “storici” che a fine giugno rischiano di non ricevere gli stipendi.
Mancano le risorse tagliate dal governo tramite la legge di stabilità (in sostanza, gli introiti dell'addizionale per le assicurazioni Rca). L'urgenza riguarda circa 15 milioni che servirebbero nell'immediato per coprire i costi del personale e assicurare continuità ai servizi. Per questo i presidenti delle commissioni Autonomia e Bilancio del Consiglio regionale, Francesco Agus (Sel) e Franco Sabatini (Pd), hanno deciso di convocare per domani mattina gli organismi in seduta congiunta: sentiranno gli assessori degli Enti locali e del Bilancio, Cristiano Erriu e Raffaele Paci, per trovare una soluzione e reperire le risorse necessarie.
A RISCHIO Manutenzione delle scuole e delle strade, disinfestazione, supporto all'antincendio, progetti sociali: il rischio che i servizi vengano sospesi riguarda tutta la Sardegna. A Sassari la Multiss, società in house della Provincia, ha già inviato 77 lettere di licenziamento. A Cagliari i precari rischiano di non vedersi rinnovare il contratto. Nuoro, senza le risorse, sforerà il patto di stabilità con gravi conseguenze per il futuro, mentre in Gallura e in Ogliastra è a rischio la percorribilità delle strade provinciali. «La coperta è corta e l'urgenza è grande», spiega Francesco Agus: «Spero che la Giunta arrivi in audizione con una proposta o un ventaglio di proposte per superare l'emergenza».
L'ACCUSA A intervenire sarà dunque la Regione, «seppure non sia affatto un atto dovuto», precisa il presidente della commissione. La frecciata è diretta al governo e al ministro Delrio in particolare, autore di quella legge che porta il suo nome e che Agus considera «profondamente sbagliata». Le Province infatti non dipendono dalla Regione, sono enti cosiddetti equiordinati: «Ma si deve intervenire - aggiunge l'esponente di Sel - per dare un sostegno a questi enti, massacrati da politiche statali demagogiche e centraliste».
Marzia Piga