Gli stranieri arrivano da Eritrea, Etiopia e Sudan dove sono in corso guerre
Dormire all'aperto, in piazza. Una scelta, quella dei migranti eritrei, etiopi e sudanesi: anche loro sono stati assegnati alle strutture di accoglienza, in Sardegna, ma hanno deciso di non andarci. «Il loro status è quello di richiedenti asilo. Non sono clandestini, dunque», chiarisce la Questura di Cagliari. Primo passaggio burocratico: la domanda per il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra del 1951.
LE GUERRE Le condizioni ci sono: in Sudan sono in corso scontri armati tra fazioni dell'esercito fedeli al presidente Salva Kiir e all'ex vicepresidente Riek Machar. In Etiopia alcune etnie vengono perseguitate e torturate. E il profilo del rifugiato è questo: “Temendo di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità o appartenenza a un determinato gruppo sociale, si trova fuori dal paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”.
La competenza per l'attivazione della procedura spetta - in base a un'altra convenzione, quella di Dublino - allo Stato dove i migranti sono stati fotosegnalati. Peccato che gran parte di loro voglia raggiungere i familiari nel Nord Europa per attivare in quei paesi la trafila burocratica. Qualcuno, allora, cerca di evitare la “fotosegnazione”. Non diventano, però, fantasmi: vengono comunque identificati dalle forze dell'ordine. (m.lam.)