Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Teatro Successo ieri al Lirico di Cagliari dell'opera con la regia di Michele Mirabella In amor vinc

Fonte: L'Unione Sarda
6 luglio 2015

 

La bella lezione dell'Elisir d'amore di Donizetti

L ei, Adina, è mutevole come l'aria. Lui, Nemorino, è testardo come un fiume che deve raggiungere il mare. Ci riuscirà, con la forza del suo amore e la spinta di un formidabile effetto placebo. È un trattatello di educazione sentimentale, e insieme il manifesto colorato di un mondo che cambia, quello dei primi Ottocento, questo “Elisir d'amore” che ieri sera, dopo sei anni, è tornato con grande successo al Lirico di Cagliari. Una favola agreste, dominata dal giallo delle spighe, il rosso dei papaveri, l'indaco del cielo e i mille colori delle farfalle. Le pale del mulino ad acqua ci mostrano la fatica quotidiana, l'insegna dell'osteria della Pernice racconta di svaghi e bevute. Sulle casette bianche e oro, un sole sfacciato e ingenuo preannuncia un mondo nuovo.
Nulla è come sembra. E tutto è più intrigante di quanto possa apparire a una prima lettura. Non è un opera buffa, il capolavoro donizettiano, ma un dramma giocoso, “malincomico”, (così lo ha definito il regista Michele Mirabella), dove Nemorino il sempliciotto incarna perfettamente l'eroe romantico: pensate alla bellezza struggente di “Una furtiva lacrima”.
Eppure non ha mai letto un libro, e la sua firma è una croce. Tutto gira velocemente in questo capolavoro così ricco di contrasti stilistici: girano le pale del mulino, della curiosa macchina del dottor Dulcamara, del progresso. Si capovolgono i ruoli. E alla fine a essere fragile e insicura è proprio Adina, “la pronipote di Mirandolina”, la fittavola che ama leggere, la vecchia volpe che non vuole legami.
Amor vincit omnia? Qualche dubbio resta. Davvero Giannetta (Vittoria Lai, sarda di Perdasdefogu) non ha riferito ad Adina (Daniela Bruera, nata a Carbonia) che Nemorino ha ereditato le ricchezze dello zio? Misogino e realista, il libretto di Felice Romani apre la strada al sospetto, ma la vera lezione è un'altra: in amore vince chi sa aspettare. Finiranno sotto un tavolo, i due innamorati, a sbaciucchiarsi a suon di musica, e che musica, mentre il galletto di uno dei camini del paese girerà (anch'esso) festosamente. Quanto alla lunga tovaglia bianca, corredo collettivo di trepide ragazze da marito, diventerà un velo da sposa.
Si chiude così, tra gli applausi del pubblico, questo spettacolo dove l'ironia corre sul filo di una grande eleganza. Dopo due ore e mezzo di leggerezza, applausi per la compagnia di canto: ottimi attori, su tutti Daniela Bruera, un'Adina perfetta, e Alessandro Liberatore (Nemorino), Bruno De Simone (Dulcamara), Mattia Olivieri (Belcore), e la Giannetta frizzante di Vittoria Lai, che ieri ha festeggiato al meglio il compleanno. Applausi per l'orchestra e il coro diretti da Filippo Maria Carminati, per il maestro del coro Gaetano Mastroiaco, gli scenografi-costumisti Alida Cappellini e Giovanni Licheri, l'autore delle luci Franco Angelo Ferrari. E per lui, Mirabella, che d'ogni arte è professor. Un lungo applauso, ideale e silenzioso, a un'altra, indimenticabile Adina, che sorride, nella mostra in suo onore, dal foyer di platea del teatro della sua città. Giusy, “divina Devinu”.
Maria Paola Masala