Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al mare tra scavi e ostacoli Cordoli e coperchi di tombini rialzati: rischio cadute

Fonte: L'Unione Sarda
20 luglio 2015

POETTO. Dubbi sulle responsabilità nel caso qualcuno inciampi e si ferisca

 

L'ultimo episodio risale a due giorni fa: una donna di 84 anni è inciampata in un piccolo gradino longitudinale che spuntava a metà della strada ed è caduta a terra ferendosi al volto. Poca attenzione? Ostacolo difficile da vedere? O cartelli di pericolo mal sistemati e insufficienti? Forse un po' di tutto, e questo mix rende complicato anche individuare eventuali responsabilità sull'accaduto. Tra l'altro non è stato l'unico infortunio in questo periodo di grande afflusso al mare, coi bagnanti sotto il sole mentre a un passo proseguono i lavori dell'impresa che dovrà consegnare alla città un lungomare ammodernato.
Il “cordolo” che ha provocato l'incidente divide le due corsie della futura pista ciclabile in via di realizzazione a bordo spiaggia. È poco più alto della striscia di asfalto perché il manto esistente è provvisorio, sarà la parte sottostante di quello nuovo. Per gli stessi motivi spuntano di qualche centimetro anche i coperchi dei tombini e le grate di scolo dell'acqua: saranno tutti al giusto livello quando gli operai stenderanno il bitume definitivo. Nel frattempo però gli ostacoli restano e l'imprevisto è dietro l'angolo. Ma i cartelli esistono e non sono pochi: indicano la presenza dei gradini e gli accessi alla spiaggia, mentre le strisce orizzontali sono di colore giallo come deve essere in presenza di un cantiere. C'è da dire che la segnaletica è confusa e alcuni attraversamenti pedonali passano proprio sopra i principali ostacoli. Inoltre è percorribile solo il tratto di strada che va dal chiosco Twist all'ospedale Marino, mentre quello precedente (fino ai principali stabilimenti balneari) è ancora chiuso ad auto, bici e i pedoni. Ma pochi rispettano i divieti perché pochi li conoscono. E così anche ieri nei futuri marciapiedi e sull'asfalto passavano ciclisti, corridori e qualche veicolo.
Restano i dubbi sulle eventuali responsabilità in casi di infortunio. «La giurisprudenza dice che l'amministrazione pubblica è proprietaria dei beni che il cittadino utilizza e ha l'obbligo di eliminare le insidie», spiega l'avvocato Carlo Monaldi. Per esempio, «le strade e i marciapiedi sconnessi». La così detta “insidia” però «deve essere oggettivamente non visibile». In quel caso, il Municipio rischia veramente di pagare i danni. Al Poetto però «ci sono i cartelli che avvertono del pericolo». Quindi, in teoria quel requisito potrebbe non esserci. Si potrà sapere solo se la vittima presenterà al Comune una denuncia che arriverà all'ufficio assicurazione e alla polizia municipale. Poi si deciderà. (an. m.)