Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le mille battaglie: dalla legge salvacoste al piano del lavoro

Fonte: L'Unione Sarda
24 luglio 2015

 

Non era uomo di governo ma sapeva governare. Di Luigi Cogodi si ricordano i piani straordinari per il lavoro e quelli paesistici: fu il primo a difendere le coste (si pensi alle case di Marina Piccola che fece buttare giù quando era assessore all'Urbanistica). C'è chi rimpiange la sua aggressività in grado di tirare fuori il meglio dagli avversari, mentre a tutti mancherà l'umanità dispensata con generosità. Tutto questo è stato Luigi Il Rosso secondo compagni, amici e avversari politici.
«Luigi era tarato per l'opposizione, io dopo i tempi del movimento studentesco lo ero più sul governo - ricorda Giorgio Macciotta (Pd, sottosegretario del Tesoro nei governi Prodi e D'Alema) - Una volta abbiamo partecipato a un convegno sulla politica per le donne. A lui, come membro della Giunta Melis, toccava un intervento sull'andamento del fenomeno a livello regionale, a me le conclusioni. Parlò come se fosse dell'opposizione e non della Giunta». Ma sapeva governare: «Grazie al suo piano per il lavoro, per molti anni la Regione fu seconda solo al Trentino per percentuale di risorse finanziare stanziate per il lavoro. Ai sui piani paesistici degli anni '80 si deve la prima salva coste, senza Cogodi avremmo fatto la fine della Calabria». Lo sa bene il leader del Pd Renato Soru : «È stato un grande anticipatore di battaglie ambientaliste e per i diritti. Penso all'assistenza legale offerta in modo caparbio e a distanza alle madri di Plaza de Mayo. Come non citare, poi, il piano per il lavoro, del quale a me è capitato di riprogrammare i fondi».
Antonello Cabras (Pd, presidente della Fondazione Banco di Sardegna) ricorda il Natale del 1992, quando le fabbriche del Cagliaritano erano occupate: «Si fece promotore di una legge per dare un sussidio immediato a quei lavoratori. Non era un politico che diceva cose per captare benevolenza». Per Luciano Uras (Sel), «Cogodi aveva grande umanità e onestà assoluta. Con i suoi due piani per l'occupazione ha creato tantissime opportunità di lavoro, lasciando un segno nella vita di tanti che nemmeno conosceva». «Tutti - sostiene Tore Cherchi (Pd) - al di là delle appartenenze, devono riconoscere che Luigi ha lasciato un'impronta profonda nella buona politica sarda». Per l'ex govenatore Mario Floris era «un avversario politico con cui valeva davvero la pena misurarsi. Era un provocatore, tirava fuori il meglio dagli altri e teneva alto il tono della politica». Pietro Pittalis (Forza Italia) ricorda il gran rispetto che aveva nei confronti dell'avversario. Con lui solo scontri che muovevano da distanze culturali».
Giorgio Oppi (Udc) racconta di averlo conosciuto «negli anni 60, alla casa dello studente. Al tempo aveva il pre-salario, poi lo perdette e cominciò a lavorare e studiare. Era grintoso, e molto sensibile». Infine il ricordo di Nichi Grauso , un lungo passato da editore: «Luigi...gli volevo molto bene. Era un uomo buono. Abbiamo litigato tante volte (screzi anche forti, ma di un minuto). Entrambi avevamo un carattere complesso e in qualche occasione sono stato eccessivo e ingiusto. Aveva una visione scientifica delle cose, sulla quale ci trovavamo d'accordo, ma la fase dell'attuazione ci separava. Ma, forse, non è giusto che oggi io dica questo, ora che Luigi , purtroppo, non può più replicare».
Oggi alle 16 i funerali al cimitero di San Michele.
Roberto Murgia