Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Un palazzo al posto dei topi»

Fonte: L'Unione Sarda
31 luglio 2015

CORSO VITTORIO EMANUELE. Il progetto dei proprietari dei terreni per riqualificare la zona

Un'area di tremila metri cubi a ridosso dell'arco di Palabanda 


«Se mi avessero fatto costruire, non ci sarebbero né topi né rifiuti». Antonello Defraia, commerciante cagliaritano, ha voglia di raccontare la sua storia, che per lui «è una beffa», soprattutto ora che alla ribalta della cronaca, nel Corso Vittorio Emanuele, sono tornati i ratti. «Il mio progetto prevedeva una palazzina a due piani, proprio come quella costruita dall'altra parte dell'arco. Son passati dieci anni, io non mi arrendo, ma fa rabbia vedere quest'area del centro ridotta così».
IL PROGETTO L'area in questione è quella che attualmente ospita i cassonetti della spazzatura e dove ogni sera si esibiscono i “topi del Corso”, sotto gli occhi dei passanti. Defraia è uno dei proprietari dei terreni e degli immobili, al civico 245, che costeggiano l'arco di Palabanda. Assieme ai vicini dirimpettai - proprietari del campetto a ridosso dei cassonetti e del quale si sono impossessati i topi - presenta nel 2006 un progetto (“Piano di recupero per risanamento di due aree”, firmato dallo studio dell'architetto Stefano Lilliu) al Comune per costruire un palazzo che, su tremila metri cubi complessivi, dovrebbe estendersi da una sponda all'altra dell'arco di Palabanda. La pratica inizia il suo iter: la commissione edilizia dà parere favorevole, «in quanto - si legge nella comunicazione degli uffici comunali datata 5 aprile 2006 - si ritiene la soluzione proposta coerente sotto l'aspetto architettonico anche in relazione alla quinta degli edifici preesistente nel corso Vittorio Emanuele». Ma è in Regione che il progetto si ferma, con un parere negativo che impedisce agli interessati di andare avanti. «Il Comune deve pronunciarsi sui piani particolareggiati dei centri storici - spiega Defraia - solo allora, una volta che la Regione darà l'ok definitivo, potremo sperare di ottenere la concessione edilizia. E in questi dieci anni ho pagato l'Ici e ora l'Imu: sono amareggiato pensando a tutto l'impegno che ci ho messo per salvaguardare queste mura che un tempo erano la casa dei miei genitori e che ho ereditato».
LEGAMI D'AFFETTO È uno dei motivi che giustifica quanto il progetto gli stia a cuore. «Sono nato qui, nel 1942 - racconta Defraia - questa palazzina al civico 245 ha resistito fino a 49 anni fa, quando il Comune l'ha demolita perché pericolante, come tante altre costruzioni del quartiere di Palabanda. Poi, 10 anni fa, mie sorelle mi hanno convinto a occuparmi dei beni di famiglia e, una volta conosciuto l'impresario del terreno accanto, che aveva acquisito il centro analisi Liguori e i terreni di Ovidio e Armando Cannas, tutti concentrati in questa zona, abbiamo deciso di presentare un progetto per riqualificare l'area». Dopo il no della Regione, motivato col fatto che gli «interventi ricadono in ambito sottoposto a tutela paesaggistica», il Comune ha inserito l'area nel nuovo piano di recupero, accogliendo quasi integralmente la proposta dello studio Lilliu. «A tutt'oggi nulla è stato attuato, perché? - si chiede Defraia - non è possibile che in 10 anni non si riesca a chiudere la pratica e ad avere una risposta. Mentre i topi mettono su casa, a noi ci è impedito di realizzare un progetto che avrebbe cancellato il degrado del Corso. Il nemico è la burocrazia». Resta il progetto sulla carta: «Due fabbricati per circa tremila metri cubi, prospicienti l'arco Palabanda presso l'omonima via e il Corso Vittorio Emanuele, e la costruzione in affiancamento di un secondo arco», quest'ultimo pedonale, accanto a quello storico.
IL COMUNE Sulla zona restano puntati i riflettori del Comune: si cerca una soluzione che metta fine all'emergenza ratti. L'assessore Anna Paola Loi ha contattato il proprietario del terreno a ridosso dei cassonetti in vista di un'acquisizione dell'area e ha chiesto l'intervento della Asl. Il pericolo è dietro l'angolo: con i topi non si scherza.
Carla Raggio