Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anfiteatro, abusivi sgomberati

Fonte: L'Unione Sarda
20 agosto 2015


Tribune instabili, il sindaco Zedda: «Saranno smontate» - Il monumento era diventato un rifugio per senzatetto. Incerti i tempi del recupero

 


L'ultimo senzatetto esce dall'Anfiteatro reggendosi con una stampella. Gli agenti della polizia municipale lo aiutano a portare via scatoloni e buste. «Dormivo sotto le strutture in legno». Occhi verdi, una quarantina d'anni, mostra la gamba ingessata e precisa: «Sono inciampato sul marciapiede esterno», mica sulle gradinate. Le strutture sono instabili, via tutti. Il Comune ha messo i nuovi lucchetti, ieri mattina lo sgombero-soft. Abusivi gentilmente accompagnati ai cancelli: «Quando sono arrivati gli agenti c'ero solo io, dormivo. Io sto qua da due mesi ma ci sono altri che ci vivono da più tempo, due ragazzi e una giovane coppia. Non sapevo dove andare e avevo occupato un angolino. Praticamente eravamo diventati i guardiani dell'anfiteatro».
I RINVII La “ronda” degli abusivi vigilantes è terminata, ma la rinascita del monumento principale dell'antica Carales resta sulla carta, in attesa del cantiere, dopo lo stop agli spettacoli nel 2011. A dicembre dello scorso anno la Giunta ha approvato il progetto definitivo da un milione e 500 mila euro: «Sarà di nuovo luogo di spettacolo ma con il monumento finalmente liberato dalla legnaia», l'annuncio del sindaco Massimo Zedda. Primo intervento: «Lo smontaggio di quel che resta delle strutture in tubi innocenti e legno che ancora coprono - e hanno danneggiato - il monumento». Ma dopo la pubblicazione del bando di gara, la scadenza per la presentazione delle offerte ha subìto vari rinvii. E il futuro è nebuloso: ci sono tante incognite e interrogativi che troveranno risposta una volta rimosse le strutture.
IL SOPRINTENDENTE «La procedura di affidamento dei lavori pubblici ha i suoi tempi», dice Marco Minoja, soprintendente per i Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano. «L'aspetto importante è che il Comune abbia trovato le risorse». I tempi restano incerti, i sopralluoghi hanno già rivelato: «Ci sono muffe, depositi di umidità - spiega Minoja - confidiamo sul fatto che, riportando la pietra alla sua condizone originale, si possa riasciugare».
Danni causati dall'effetto-isolamento: lo avevano preannunciato gli stessi funzionari dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro, organo del ministero dei Beni e delle attività culturali, nella famosa relazione che aveva spinto la Giunta Zedda a rimuovere la cosiddetta “legnaia”. I materiali in legno e metallo - il reponso - “oltre a causare problemi di varia natura al monumento, per la loro invasività impediscono anche il completo rilevamento dello stato di conservazione e gli interventi conservativi necessari”. Per non parlare delle gradinate “colonizzate da licheni” e delle pedane in legno che avrebbero impedito “l'evaporazione dell'acqua, determinando un incremento di fenomeni di disgregazione delle pietra”.
I LAVORI In sostanza: sarà un cantiere in divenire . Per il momento sono stati rimossi gli allestimenti della platea, l'area del palco e una parte del primo anello con i percorsi di accesso. I nuovi lavori prevedono la rimozione dei tre anelli, insieme ai sistemi di gradinate. E ancora: parapetti metallici, passerelle, tubazioni. «Prima l'Anfiteatro nemmeno si vedeva, era stato nascosto un monumento, l'arena non era leggibile», ricorda Minoja. Ora è aperto, almeno nel fine settimana. E gli spettacoli? «L'amministrazione - si legge nella relazione tecnica illustrativa - intende recuperare e riqualificare l'Anfiteatro ma anche valutare le condizioni di un suo utilizzo per piccoli spettacoli».
Si studierà insieme il modo, dice il soprintendente: «L'area è vasta, ci sono superfici senza strutture. Non siamo la Soprintendenza del nossignore ».
Mariangela Lampis