Vertice di maggioranza per presentare una bozza della riforma degli enti locali: ma c’è scetticismo
CAGLIARI. Silenzio e boccate di scetticismo puro. Gli assessori Cristiano Erriu, Raffaele Paci e il governatore Francesco Pigliaru hanno presentato la riforma degli enti locali al presidente del consigilio regionale Gianfranco Ganau. Con lui i capigruppo dei partiti di maggioranza e i presidenti delle commissioni. Un vertice in cui si spiegava come sarà la vita dopo le Province. In teoria si doveva parlare anche della divisione territoriale delle Asl. Non lo si è fatto, ma è quasi scontato che confini degli enti locali e delle Aziende sanitarie coincideranno.
Erriu in realtà ha già reso noto il telaio della riforma, con il perimetro delle quattro province storiche come riferimento per gli ambiti territoriali. Ma la riunione è stata interlocutoria. Entro domani la giunta darà un documento ufficiale ai consiglieri. Poi ci sarà un nuovo incontro lunedì per decidere sul via libera definitivo alla riforma. Ma le contestazioni sono già fortissime. Difficile far digerire all’elettorato una decisione che per interi territori rischia di diventare un ritorno al passato. Perché la cosa più difficile da abbattere sono proprio i campanili.
Il testo della riforma dovrebbe approdare in Aula ai primi di ottobre. Sarà radicalmente diverso rispetto alla prima versione proposta dalla giunta. Restano le Province, depotenziate e svuotate di molte funzioni, e spariscono le Unioni delle Unioni dei Comuni, previste nel testo originario. Le modifiche ipotizzate e oggetto del vertice derivano dal lavoro in Commissione Autonomia.Le province rimangono, anche in attesa della riforma della Costituzione, come enti strumentali per la gestione dei servizi che resteranno fuori dalle competenze dei Comuni e delle unioni dei Comuni (strade provinciali, edilizia scolastica e gestione dei servizi ambientali). Ancora incerto il numero, ma si parla delle tre province storiche più la città metropolitana di Cagliari, anch’essa oggetto di discussione per quanto riguarda la sua composizione che potrebbe rispecchiare il principio della legge Del Rio ed essere equiparata all’attuale intera provincia di Cagliari. In fase di definizione anche il limite minimo di popolazione per le Unioni dei Comuni, alcuni chiedono che sia fissato a 10mila
abitanti, per altri ne servono 30mila. All’interno delle nuove province depotenziate saranno individuate le zone omogenee per garantire una gestione territoriale migliore dei servizi. Nella provincia di Sassari per esempio potrebbero spettare due zone omogenee riferibili a Sassari e Olbia.