Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In porto una scia di spazzatura

Fonte: L'Unione Sarda
14 settembre 2015

ulle scogliere della diga foranea e del molo di Levante

Rifiuti del canale spinti tra i pontili degli approdi turistici


A preoccupare sono il levante e lo scirocco, i «venti maledetti». Così li chiamano a Su Siccu. E non per la loro capacità di ingrossare il mare oltre l'immensa diga foranea che chiude a sud-est il porto di Cagliari, ma perché responsabili di spingere, tra le imbarcazioni attraccate nei loro Marina, cumuli di rifiuti.
LA SPAZZATURA Bottiglie di plastica e cassette di polistirolo, lattina e contenitori di varia natura. Spazzatura accumulata da troppo tempo lungo le sponde del Canale Palma (il San Bartolomeo) che da Su Siccu corre verso Molentargius e le Saline. Un fiume d'acqua che con favore di corrente si porta dietro discariche galleggianti di rifiuti solidi e a volte anche le carcasse maleodoranti dei cefali uccisi dal caldo e da una buona dose di inquinamento che nonostante il depuratore di Is Arenas continua a finire nei canale che s'infila nell'entroterra fino a Monserrato e oltre.
LA BONIFICA «L'ultima pulizia l'abbiamo fatta la settimana scorsa ma c'è da giurarci, da qui a breve bisognerà ricominciare tutto daccapo», ricorda Massimiliano Montis di Marina del Sole, 200 attracchi per i diporto locale e un quindici per cento riservati al transito. Il canale Palma ci sbuca praticamente addosso e tra i pontili galleggianti strapieni di barche a vela, yacht e gommoni ci finiscono anche i rifiuti. «È una sporcizia consolidata che arriva e sparisce al cambio dei venti. Ma spesso, per evitare ai nostri ospiti lo sconcio, bisogna intervenire drasticamente e raccogliere plastica e porcherie».
IL MOLO Una battaglia persa visto che ciclicamente le discariche appoggiate alle scogliere della diga foranea, in prossimità dei parcheggi dello stadio Sant'Elia e più avanti del molo di levante su cui corrono le tubazioni del carburante della Marina Militare e della Nato, si “smontano” sparpagliandosi nelle acque del porto.
I CEFALI MORTI Al Marina di Sant'Elmo confermano problema. «Non bastano i rifiuti, periodicamente dobbiamo fare i conti con i muggini morti che dal canale finiscono tra le nostre barche». Marco Deplano, che dello scalo di Su Siccu, 300 posti barca e un dieci per cento libero per i diportisti in transito, è l'amministratore delegato, ha una montagna di problemi da raccontare. E denunciare. Li mette in ordine, per evitare di tralasciarne qualcuno, pur rinunciando a sistemarli in un'ideale classifica d'importanza.
L'IMPRENDITORE «Non so di chi sia la competenza, ma i cumuli di rifiuti spiaggiati tra le rocce del molo di Levante vanno rimossi. E servono maggiori controlli per evitare che il porto diventi un'immensa discarica. Noi titolari dei porticcioli turistici dobbiamo sopportare anche un altro inconveniente: la presenza sempre più massiccia, nel fondale, di fanghi e melma trascinati dal canale. Addirittura per poter garantire la manutenzione delle catenarie e delle trappe dobbiamo aspirare la melma per raggiungerle e operare. Non abbiano ancora capito se il fango arrivi direttamente dal canale di San Bartolomeo e dal depuratore fognario di Is Arenas», dice l'imprenditore.
«Altra questione è quella dell'ossigenazione dell'acqua. Quest'area portuale il ricambio dell'acqua è davvero modesta ed è questo che determina la scarsa ossigenazione con tute le conseguenze che questo comporta. Compresa l'estrema torbidità. Forse si dovrebbe pensare a un “passaggio” sulla diga foranea».
Andrea Piras