Tuttestorie Exmà: oggi l'anteprima della decima edizione del festival cagliaritano
I n dieci anni il Festival Tuttestorie di Cagliari ha fatto tanta strada. Se si volesse scegliere un facile gioco di parole, quel percorso si potrebbe definire lastricato di successi. Daniela Zedda, fotografa, non ama però ciò che è scontato e prevedibile. Così ha pensato di celebrare l'anniversario costruendo un itinerario della memoria che è verticale ed è composto da 66 ritratti (grandi un metro per un metro e mezzo) dei protagonisti della manifestazione. Anzi, ma non si cerchi la risposta nella matematica, da “44 facce (in fila per sei col resto di 22)”. L'originale cammino - che nel titolo rispetta la palindromia di cui l'autrice della mostra ha fatto una regola e richiama ritornelli familiari all'immaginario infantile - sarà svelato stasera (18 e 30) per l'anteprima della rassegna dedicata alla letteratura per ragazzi che entra nel vivo domani.
Il lettore, bambino o adulto, non provi quindi a individuare quel sentiero sull'asfalto. Si sintonizzi con lo spirito giocoso che da sempre anima la manifestazione e, ancor prima di varcare la soglia dell'Exmà - spazio a cui è legato il Festival - punti lo sguardo verso l'alto, oltre i semafori. Lo faccia a cominciare dal palazzo ad angolo tra via Sonnino e il tratto in salita di via San Lucifero. Scoprirà, inquadrati da un passe-partout mosaicato (ovvero il rivestimento dei balconi dell'edificio privato che nel 1899 ospitò Grazia Deledda), i volti dei protagonisti di 10 anni di Tuttestorie: Renzo Arbore, Tito Stagno, Paolo Fresu, solo per citare i più noti. La teoria dei personaggi prosegue poi sulle pareti dell'Exmà, a destra e a sinistra dell'arco d'ingresso. Si snoda poi all'interno dell'antico mattatoio. Qui le foto si inseriscono nelle grandi finestre circolari che si alternano alle teste di bue, sopravvivenza del passato, e ancora sopra i tunnel di cemento e dentro l'ascensore. La mostra realizza così non solo un resoconto d'arte, cultura e creatività. Instaura anche, precisa Daniela Zedda (che ha affidato l'allestimento del suo progetto a Fabrizio Eleni), «un legame profondo con la città, trasformandola in spazio espositivo e invitando al dialogo i passanti». Per fissare la memoria di tutte le storie che qui si sono incrociate non è stato praticato alcun foro. Soprintendenza e proprietario dell'edificio privato lo avrebbero impedito. I ritratti sopportano così sui fili la leggera gravità degli incontri coi giganti di Tuttestorie. «Con tutti i personaggi che ho messo in posa - prosegue la fotografa - si sono costruite situazioni piacevoli e divertenti. Penso a Daniel Pennac, presente al Festival nell'anno in cui il tema erano le bestie». La sua faccia tra quelle di due esemplari d'asino, animale simbolo del cattivo studente di cui lo scrittore ha invece celebrato l'elogio in “Diario di scuola”, rappresenta il più solare benvenuto a un altro autunno di racconti.
Manuela Arca