Sbarcate ieri mattina al porto dalla nave norvegese Siem Pilot 664 persone
Mentre un bimbo di nemmeno due anni, con un sorriso coinvolgente, cerca un'improbabile scalata di una transenna, con i suoi piedini scalzi, sotto un gazebo si sentono urla di gioia. Un gruppo di ragazze riceve dei palloni colorati da una volontaria della protezione civile. Basta poco per rompere la monotonia e far dimenticare, anche se per un istante, giorni e giorni di mare a bordo di gommoni, le “carrette” usate per l'esodo senza fine di esseri umani.
Nel piazzale del molo Rinascita, a Cagliari, i volti dei 664 migranti (134 le donne, 30 i minorenni e tra questi quattro bambini) sono lo specchio di un dramma continuo. Con l'arrivo di ieri mattina a bordo della Siem Pilot, sale a più di 5100 il numero di persone scappate dai loro Paesi e sbarcate in Sardegna. Dalla nave norvegese (al suo quarto approdo a Cagliari) sono scese anche cinque donne incinte, una ventina di persone con scabbia accertata (in un primo momento le voci circolate in banchina parlavano di duecento casi sospetti) e quattro presunti scafisti, arrestati al termine di indagini lampo dagli investigatori della Squadra mobile.
LA DESTINAZIONE I 664 migranti, provenienti soprattutto dall'Africa subsahariana (207 i nigeriani), seguono la solita trafila. Le donne incinte, le famiglie con bambini e le persone con problemi di salute (soprattutto disidratazione) sono le prime a essere visitate nelle tende adibite a piccoli ambulatori. Poi la pre-identificazione per poter lasciare il porto e raggiungere il centro di accoglienza assegnato. Alla fine della lunga giornata di lavoro, 200 migranti partono per la provincia di Sassari, 86 per quella di Nuoro e 61 per Oristano. In 317 restano nella provincia di Cagliari, nelle strutture che hanno partecipato al bando prefettizio: la fetta più grossa rimane in città (molti nei centri gestiti dalla Caritas), gli altri trovano sistemazione nei centri di Sinnai, Selargius e Narcao.
TRAFFICANTI DI UOMINI Nel campo allestito sotto la grossa nave arancione, sono al lavoro anche gli investigatori della Squadra mobile. Gli interrogatori e i racconti dei migranti permettono agli agenti (in collaborazione con i finanzieri del gruppo aeronavale) di individuare quattro presunti scafisti. Per i due senegalesi Coly Segor (maggiorenne nonostante abbia detto ai poliziotti di avere diciassette anni) e Joe Pab (25), e per Kassima Muhammed (20 anni del Gambia) e Thomas Simplice Junior (28enne della Costa d'Avorio) il viaggio prosegue fino al carcere di Uta. Sono accusati di favoreggiamento all'immigrazione clandestina.
LA DISPERAZIONE «Abbiamo colto la disperazione nei volti di tanti giovani. C'è chi ha visto morire i propri genitori nei modi più atroci, c'è chi ha rischiato la vita pur di fuggire dal proprio Paese», racconta Fernanda Loche, presidente provinciale della Croce Rossa. «Qualcuno è provato dai tanti giorni trascorsi in mare», sottolinea Roberto Isidori, comandante della Capitaneria di Cagliari. «I migranti sono stati salvati tra venerdì e sabato in diverse operazioni dai nostri mezzi navali e da quelli della Marina militare». Accanto a istituzioni, medici e forze dell'ordine (con la questura impegnata nella pre-identificazione e nell'assegnazione delle persone ai centri di accoglienza), tanti volontari della Protezione civile: «Sono ben 160», dice la dirigente Paola Botta. «Per tutti un'esperienza indimenticabile e di crescita».
Matteo Vercelli