Troppo giovani per smettere di lavorare e troppo vecchi per continuare. Una condizione che, in Sardegna, riguarda tantissime persone che si trovano per lungo tempo senza reddito. La Regione getta le fondamenta del percorso che permetterà a quelli più anziani di poter accedere alla pensione, attraverso un prestito. Lo strumento è il Fondo per il “Prestito previdenziale” che è stato presentato stamattina nella sede dell’assessorato regionale del Lavoro. La dotazione iniziale è di 7 milioni e 500 mila euro, incrementabili sino a 14 milioni, in base alle esigenze.
«La misura – ha spiegato l’assessore Virginia Mura – riguarda esclusivamente i lavoratori più anziani che sono prossimi alla pensione e che difficilmente possono trovare una nuova collocazione nel sistema produttivo». Il Fondo – concepito all’interno della Programmazione Unitaria 2014/2020 Strategia 1 “Investire sulle persone” – permetterà di erogare un prestito a coloro i quali sono stati espulsi dal mercato e che sono a un passo dal maturare i requisiti per avere il trattamento pensionistico (da poche settimane a 24 mesi al massimo).
Individuati i beneficiari, la Regione anticiperà all’INPS i versamenti dei contributi indispensabili a completare la carriera previdenziale; l’operazione avverrà in un’unica soluzione e, nel frattempo, l’istituto provvederà a tutti i calcoli per definire l’ammontare dell’assegno. I soldi anticipati col fondo dovranno essere poi restituiti dal lavoratore stesso nell’arco di massimo sette anni e a interessi zero con una piccola trattenuta mensile. «I tempi, le forme e i modi saranno definiti in raccordo con l’Inps attraverso la firma di un protocollo d’intesa e terranno conto sia delle caratteristiche del beneficiario, sia dell’entità dei contributi necessari».
La definizione di tutto il procedimento avverrà entro dicembre; il mese prossimo il Fondo sarà costituito materialmente e la gestione affidata alla finanziaria regionale SFIRS, dopodiché ci sarà la firma della convenzione con l’INPS cui seguirà la pubblicazione dell’avviso sul portale della Regione.
Orientativamente la dotazione iniziale aiuterà un minimo di 400 lavoratori sino a un massimo di 1000 anche se è difficile stabilire un numero esatto: «La carriera lavorativa – sottolinea l’assessore – è molto personale e ha molte variabili. Tuttavia in linea di massima stiamo parlando di persone con più di 60 anni cui ne mancano massimo due per maturare il diritto alla pensione e che con il prestito potranno anticipare questo momento».
Per chi all’interno di questa platea versa in condizioni di particolare precarietà – non usufruisce di ammortizzatori sociali e sta attendendo la ciambella di salvataggio della pensione – è stato pensato un sostegno al reddito; per questo strumento è stato stanziato un milione di euro. A queste persone si garantirà un fisso mensile per un periodo cuscinetto, compreso tra i sette e i nove mesi e corrispondenti al lasso di tempo in cui l’INPS esegue tutte le verifiche sulla situazione dei versamenti, e sarà collegato allo svolgimento di prestazioni di utilità sociale. Nulla a che vedere con i cosiddetti lavoratori socialmente utili: «Si tratta – ha concluso l’assessore Mura – di progetti straordinari da attivarsi in collaborazione con l’Anci (l’associazione dei comuni) e le organizzazioni del Terzo Settore».
Giovanni Runchina