PALAZZO BACAREDDA. Calcinacci dal municipio, oggi si decide sulla procedura d'urgenza
Appalto bandito nel 2010: manca il certificato di cantierabilità
All'alba di martedì piovono calcinacci dalle torrette di palazzo Bacaredda, via Roma viene, in parte, chiusa al traffico. Sorpresa grande, dato che i lavori di restauro del municipio sono stati finanziati nel 2010. Invece: nonostante l'espletamento di tutte le formalità burocratiche, nulla è stato fatto. Anzi, non è stato neanche rilasciato il certificato di “cantierabilità”, quello che consente agli operai di cominciare a lavorare. Oggi, garantisce l'assessore comunale ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras, qualcuno salirà sulle torrette per decidere il da farsi. Potrebbero essere i responsabili dell'azienda incaricata dei lavori, convocati formalmente dall'amministrazione. «Altrimenti», afferma Marras, «potremmo attuare la procedura d'urgenza». In pratica, l'affidamento diretto dei lavori a una ditta in grado di eseguirli. Qualunque sia la soluzione, i lavori partiranno entro breve.
L'INTERVENTO Difficile, però, ipotizzare i tempi necessari per la riapertura al traffico di via Roma. I lavori sono particolarmente complessi: c'è da capire, per esempio, se fare ricorso a ponteggi classici oppure a ponteggi “sospesi”. E ci sono da recuperare attrezzature tecniche che non sono disponibili in città. Ma, intanto, c'è da risolvere l'emergenza primaria, la chiusura al traffico delle due corsie di via Roma: se i sopralluoghi dei tecnici certificassero la sicurezza dell'edificio, la strada potrebbe essere riaperta nel giro di pochi giorni. Ma via Roma potrebbe anche restare chiusa a lungo: se, per realizzare i lavori fosse necessario l'utilizzo di macchinari “pesanti”, le corsie potrebbero essere utilizzate proprio per piazzarli davanti al Municipio.
L'AVVIO E pensare che le procedure per l'intervento erano cominciate più di cinque anni fa. Quel giorno, il 7 ottobre 2010, l'allora sindaco Emilio Floris non era presente. E la delibera di Giunta numero 250 fu firmata dal suo vice, Maurizio Onorato. Niente di strano: era quasi una formalità approvare quel finanziamento di 500 mila euro, stanziati per “l'intervento di conservazione e risanamento delle due torrette centrali della facciata principale del Palazzo Civico”. Il primo ostacolo ai lavori arrivò praticamente subito: palazzo Bacaredda non è un edificio come tutti; costruito a cavallo tra l'800 e il 900, viene, ovviamente, trattato come un monumento. Qualunque intervento deve avere il nullaosta delle sovrintendenze. Che, raccontano gli “storici” del Municipio, ci misero parecchio tempo prima di trovare un accordo.
IL BANDO Il primo ostacolo, finalmente, fu superato: nel dicembre del 2012 venne approvato il progetto definitivo. Il bando era di quelli importanti, occorreva, quindi, attendere un anno per l'aggiudicazione. Ma, a dicembre 2013, furono aperte le buste: a vincere un consorzio di Napoli che scelse, come ditta attuatrice, un'azienda cagliaritana. In teoria, la fase attuativa sarebbe potuta cominciare nel 2013. Soltanto in teoria. Perché, appunto, non era un intervento ordinario, non si trattava, per intendersi, di rifare la facciata di un palazzo qualunque. Era necessario tempo per capire in che modo effettuare gli interventi.
L'ULTIMO STOP Individuate le linee operative, alla fine dello scorso anno, gli operai erano ormai pronti a partire con i lavori. Ma c'era un ultimo passaggio, la “cantierabilità”. Per certe opere, il coordinatore della sicurezza deve concedere il nullaosta prima che i lavori comincino. Permesso che non arrivava perché la ditta non sembrava intenzionata ad adeguarsi alle disposizioni di questa figura di garanzia. Inutili i tanti incontri tra i responsabili della ditta e il coordinatore della sicurezza.E si arriva ai giorni nostri, alla scorsa settimana, per l'esattezza, quando i dirigenti comunali inviano una dura nota alla ditta, invitandola perentoriamente ad adeguarsi, pena la decadenza dell'appalto.
Marcello Cocco