Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Danzatori da mercato

Fonte: L'Unione Sarda
21 dicembre 2015

Rassegna Thalassaki Ieri fra i banconi del pesce di San Benedetto, oggi all'ortofrutta

L'affascinante messinscena del Balletto Civile

L a danza di Michela Lucenti, prende vita e si modella negli spazi del mercato del pesce di San Benedetto, a Cagliari. Stupisce e incuriosisce chi, ieri, è lì per scegliere orate, spigole, gamberi, calamari e quant'altro, e non si aspetta di incrociare personaggi completamente vestiti di nero (sette straordinari danzatori del Balletto Civile), pronti a svelarsi attraverso il linguaggio del corpo. Come di udire un canto bellissimo, che non è quello di una sirena, ma del violoncello della straordinaria Julia Kent, solista dalla tecnica raffinata e dalla personalità eclettica, a cui, verso la fine, si affianca la vocalità di una delle protagoniste.
Perché il Balletto Civile, collettivo che da più di un decennio scuote il mondo della danza in modo radicale e intenso da giustificare l'aura cult che lo avvolge, è sempre stato così: non una compagnia tradizionale, ma un organico di artisti, in grado di spaziare dal movimento, al teatro alla musica. Non capita tutti i giorni che un luogo simile si trasformi in palcoscenico, ma per fortuna, accade. Per ricordare che la danza vive e comunica e anche fuori dai teatri, in mezzo alla gente, dove il linguaggio è diretto, e appieno se ne coglie l'espressività, la necessità, l'urgenza di esistere proprio lì, in quel preciso istante, in quell'attimo fuggevole, perseguendo una verità della presenza, che non ammette forme non abitate dal mistero della condizione umana. Mentre Giovanni sistema bene sul bancone i pesci da vendere e, dall'altra parte, Andrea attira l'attenzione della clientela gridando, «dai, dai, dai, ajò, ajò, ajò», la Lucenti e i suoi danzatori, irrompono mescolandosi tra la folla, dando vita a una partitura coreografica puntigliosa e itinerante, fatta di energia, duttilità, dinamismo, braccia che fendono lo spazio, corpi che si intrecciano, si afferrano, giri vorticosi, corse, assoli. E ancora: duetti, terzetti, figure a terra, traiettorie che lasciano un ricordo nell'aria, passaggi in sospensione, gesti comuni dalla carica simbolica, come toccare la spalla di chi passa vicino. Il tutto, avvolto dal continuo vociare proprio dei mercati. Al termine, si ritrovano in un punto preciso, immobili, uno davanti all'altro. Una voce legge un frammento tratto dal libro di Aldo Capitini, “Tecniche della non violenza”. Il pubblico applaude lungamente
Oggi, replica alle 11 all'ortofrutticolo di San Benedetto, a conclusione della rassegna “Thalassaki”, curata da Càjka.
Carlo Argiolas