MERCOLEDÌ, 22 APRILE 2009
Pagina 1 - Cagliari
Denuncia dei pescatori del consorzio Santa Gilla durante il sit-in di protesta sotto la Regione
Domani l’incontro con l’assessore all’agricoltura
La pioggia di Pasqua ha ucciso le arselle mentre gli abusivi pescano il novellame
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. Sabato scorso le guardie ittiche hanno sequestrato 23 bilance sul ponte della Scafa portate dai pescatori abusivi già in piena attività perché il novellame comincia a entrare nello stagno di Santa Gilla: ci vuole niente a intercettarlo e ancora di meno a venderlo. Duecento i soci del Consorzio ittico Santa Gilla titolare della concessione per tutto lo stagno, almeno seicento (dicono i regolari) quelli che pescano e scappano. Questo e altro raccontavano ieri i pescatori nella manifestazione di protesta sotto il palazzo della giunta in viale Trento. Per domani hanno ottenuto il primo incontro con l’assessore all’agricoltura.
La manifestazione è stata organizzata per chiedere alla Regione di fare la propria parte nel rilancio dello stagno. Una storia già sentita, ma inutilmente, perché ieri mattina sotto le finestre della giunta i pescatori hanno descritto uno stagno fotocopia di quello di oltre dieci anni fa, quando Santa Gilla era terra di nessuno e la Regione incurante di polemiche e consigli alternativi affidò una concessione che fu ufficializzata come la soluzione di tutti i problemi. Oggi si può dire che non è stato così perché il Consorzio ittico per voce del suo presidente Giuseppe Deplano e degli altri soci racconta di essere stato abbandonato dalla Regione in un paio di passaggi fondamentali: la lotta all’abusivismo nella pesca e l’avvio degli impianti che regolano l’ingresso e l’uscita dei pesci. A questa latitanza si è aggiunto il resto: Santa Gilla è ancora il collettore degli scarichi fognari di comuni che non hanno finito di allacciare le condotte al depuratore. Si dice che Assemini non abbia concluso l’opera e si parla anche delle case abusive che scaricano nel canale di scolmo attorno allo stagno, una perfetta cloaca a cielo aperto. All’elenco degli inquinanti si aggiungono gli pneumatici: rimossi l’anno scorso su segnalazione dei pescatori, sono stati ammassati di nuovo assieme ad altro materiale, calcinacci e quant’altro un cantiere edile possa produrre. Una giungla moderna, insomma, con mille altri problemi. Uno fresco di appena dieci giorni è la pioggia caduta senza sosta nei giorni di Pasqua: lo stagno è annegato nell’acqua dolce, le vongole «stavano salendo su e sono morte tutte», dicevano Deplano e alcuni soci. «Ci sono arrivati maiali e pecore nella laguna con tutta quella pioggia», raccontavano ieri. Incidenti forse inevitabili, questi, che si aggiungono a quelli provocati da incuria e cattive azioni altrui. Come nella vicenda dell’epatite A: «Noi avevamo la produzione bloccata in quel periodo - racconta ancora Deplano - tutte le settimane a Santa Gilla la Asl fa i controlli, quando ci sono valori alti si blocca tutto, da dove sono venute le arselle e le cozze infette? Non da noi, di sicuro, ma subito tutti si sono messi a puntare il dito contro di noi». I pescatori sopportano male il tradimento della Regione sul tema abusivi: «Era la prima cosa da risolvere - dicono - sono molti più di noi, pescano senza regole, vendono a prezzo più basso del nostro perché non hanno spese e i ristoratori comprano da loro. Quest’anno sono aumentati. L’anno scorso le guardie ittiche, un gruppo di volontari cui abbiamo dato una sede al Consorzio, hanno fatto 600 verbali, ma sono volontari e fanno quello che possono. Nessun altro fa controlli qui. E anche le casupole che ci sono sulle sponde: non sono ricoveri per le attrezzature, hanno letti, mobili, sono abitate. Volevamo organizzare gite, visite, giri in barca: come facciamo a portare una scolaresca in un posto del genere?». Il governatore della Regione Cappellacci, intorno alle 10 in partenza per Roma, ha ascoltato per una decina di minuti i pescatori, che domani andranno da Prato l’assessore all’agricoltura. Le udienze alla Regione ricominciano, la speranza pure.