Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La “nuova” piazza Matteotti dopo l'addio dei migranti

Fonte: L'Unione Sarda
10 agosto 2016

Presidio delle forze dell'ordine per evitare il rischio di altri accampamenti

 

 

 

 

Sul suo volto i segni di una vita tutt'altro che facile. «Certo che sono felice. Spero che tutte quelle persone abbiano trovato una sistemazione più degna». A parlare è una donna che, da anni, da molto prima dell'arrivo dei migranti, trascorre gran parte della sua giornata in piazza Matteotti. «Mai visti come nemici, come concorrenti. Qualcuno vuole che si scateni unaa guerra tra poveri. Ma io non ci sto».
LA PIAZZA Non ci saranno più bivacchi di migranti, garantiscono i responsabili delle forze dell'ordine. E giusto per evitare qualunque rischio, un mezzo dei carabinieri è piazzato proprio all'interno della piazza. Non c'è più la bancarella che propone bandiere ma sembra, quasi, di fare un passo indietro di vent'anni. È la classica piazza che si trova davanti alle stazioni in quasi tutte le città: manca, apparentemente, solo il truffatore pronto a spennare il turista ingenuo (il “venditore del Colosseo”, per intendersi). Ma tutti gli altri ingredienti ci sono: i Testimoni di Geova che, dal loro banchetto, avvertono che “la fine è vicina”. I rappresentanti, stranieri, di una compagnia telefonica specializzata nelle chiamate verso l'estero. I tanti passanti che, di corsa, raggiungono il pullman in partenza. E, naturalmente, una parte di quegli sbandati che, da sempre, occupano la piazza (i primi segni del loro ritorno nella rissa di domenica sera davanti al bar della stazione). Scene di vita quotidiana.
I DINTORNI I migranti che, per mesi, sono rimasti in piazza Matteotti, si sono spostati. La solita lingua intinta nel razzismo parla di un semplice spostamento in piazza del Carmine: lì, ci sarebbe il nuovo bivacco degli stranieri che vogliono lasciare la Sardegna il più velocemente possibile. Una falsità, basta dare un'occhiata alla piazza dominata dalla statua della Madonna del Carmine per rendersene conto. Certo, nelle panchine ci sono molti stranieri, ma non sono i migranti sbarcati dalle navi negli ultimi mesi. «Vengo dalla Guinea Bissau», dice un giovane seduto in una panchina insieme ad altri connazionali, «sono a Cagliari da un anno e ho un regolare permesso di soggiorno». Parla in un italiano assolutamente comprensibile e spiega che anche gli amici sono nella stessa condizione (anche se le loro difficoltà nella lingua sono evidenti). Nessun bivacco di stranieri, nessuna irregolarità. A parte quelle degli automobilisti sardi che parcheggiano l'auto dove capita e costringono il trenino turistico a fermarsi nelle strisce pedonali.
Marcello Cocco