Viaggio del nostro inviato Marcello Polastri nel tunnel della vergogna di Tuvumannu: guardate cosa accade e cosa rischiano i cagliaritani dopo tanti soldi pubblici versati inutilmente. Sarà il caso di occuparcene ancora?
Via Castelli, il tunnel del degrado: ecco come spendono i nostri soldi
Tunnel sotto via Castelli: degrado, abbandono, malcontento e pericoli dietro l'angolo. Ancora oggi, "ovviamente", come nel passato.
Nel gennaio 2006 fu l'onorevole Silvio Cherchi a presentare una interrogazione su questo problema che è sempre stato sotto gli occhi di tutti.
Perché già nel 2014 - in un servizio per Striscia la Notizia - potemmo mostrare a tutta l'Italia con l'inviato Cristian Cocco, l'incompiuta colossale del tunnel che da via Castelli sarebbe dovuto sbucare, una volta ultimato, nei pressi di via Falzarego.
E poi, da lì, con una sopraelevata, in via San Paolo, nel lato diametralmente opposto di Cagliari. Smaltendo traffico veicolare e alleggerendo le vie del centro città e dei quartieri moderni.
UN SOGNO INFRANTO perché con i vincoli legati al "caso Tuvixeddu" e Tuvumannu, quei lavori furono sospesi lasciando una profonda ferita a ridosso della scuola Italo Stagno di via Is Mirrionis, dove ancor oggi una specie di piscina larga 20 metri, profonda 15 e lunga più di 400 metri, ma solo in parte dotata di soletta cementizia, è divenuta un acquitrino.
Chiunque attraversi la zona a piedi evita passare sul ciglio della "voragine" data la sua profondità, dalle pareti sdrucciolevoli, dove sulla roccia si osservano fenditure e così sui palazzi vicini.
Nei circa 2 metri d'acqua che invadono parte del sotterraneo, sguazzano girini e rane che la notte intonano la ninnananna agli abitanti della zona.
ZANZARE ed erbe palustri, canne comprese, stanno divenendo una presenza costante nel tunnel abbandonato dove c'è chi vi accede per i più disparati motivi.
Nel sottosuolo della zona troviamo di tutto: rifiuti, gomme d'auto, eternit e non è mancato il rinvenimento di una pistola quando con Mediaset ci siamo occupati di questo "caso" di abbandono di un'opera pubblica. Già, lavori sospesi e soldi spesi inutilmente?
Di certo, oggi come in passato i lavori non sono ripartiti e nonostante le idee, i propositi, rassicurazioni e le promesse politiche, in via Castelli c'è chi sfoga la sua rabbia rivolgendosi periodicamente ai giornali
Ciò non basta certo per restituire la serenità perduta ad un quartiere, quello di Tuvumannu che auspica l'ultimazione dell'opera o il ripristino della terra scavata e esportata in questo angolo desolato di Sardegna.
Perché, proprio come denunciato 10 anni fa dai consiglieri regionali con l'interrogazione 434 A, al presidente della Regione: la presenza di fenditure nelle palazzine popolari e "gli smottamenti che hanno interessato i palazzi di via Castelli in seguito ai lavori di costruzione del tunnel facente parte del primo lotto della strada di collegamento tra via Cadello e via San Paolo", fanno temere il peggio.
In seguito all'interrogazione i margini del tunnel vennero ulteriormente recintati con reti metalliche elettrosaldate, oramai arrugginite e decadenti.
Come dimostrato nel 2014 con la nostra inchiesta giornalistica che a sua volta stimolo' strane "lamentele" che suonava più come una intimidazione in quanto ci eravamo spinto fin dentro al cuore del problema, forse toccando fisicamente con mani e mostrando l'incompiuta dal vivo? Per non dimenticare, oggi, è forse il caso di occuparci nuovamente di questa vicenda che rappresenta un costo e una perdita, ingente, di soldi pubblici. Spesi "benissimo". A quanto pare.