Lavori completati nella terrazza ma non è stato sciolto il nodo della sorveglianza
«Per combattere gli incivili non bastano le telecamere»
Gli operai stanno sistemando le ultime lastre di plexiglas. Ma i lavori al Bastione (almeno quelli che riguardano la terrazza) sembrano finiti. «E lo sono», conferma l'assessore ai Lavori pubblici Gianni Chessa. Eppure le recinzioni ancora resistono e impediscono il passaggio a cagliaritani e turisti. «Dopo aver speso tanti soldi pubblici», risponde Chessa, «non vogliamo ritrovarci nella condizione di tirar fuori altro denaro per rifare qualcosa già fatto». I “nemici” da battere sono gli incivili, quelli per i quali i marmi del Bastione rappresentano una tavolazza nella quale lasciare i loro messaggi con le bombolette spray.
LA VIGILANZA L'ultimo tassello da sistemare prima della riapertura è proprio questo: la vigilanza. Quasi inutile puntare sugli occhi elettronici: gli incivili della bomboletta compiono i loro raid mascherati. Serve un controllo da effettuare fisicamente, magari con guardie giurate o personale addestrato. La soluzione dovrebbe essere trovata dall'assessorato al Patrimonio, incaricato di trovare una soluzione concordata con la Free Times, la società che gestisce i due bar della terrazza, il Caffè degli spiriti e il De Candia. «In realtà», interviene Alessio Raggio, titolare della concessione comunale, «non ci sarebbe neanche bisogno di discutere: da sempre chiedo di occuparmi della vigilanza. Mi è sempre stato negato. E, nel frattempo, questa chiusura prolungata mi ha creato un enorme danno economico».
LA RIAPERTURA Risolto il “nodo vigilanza”, la terrazza verrà riaperta. «Vale la pena aspettare qualche giorno in più», riprende Chessa, «per far sì che il Bastione venga riconsegnato alla città con la certezza che non servano ulteriori interventi». Tutto sembra a posto: le scritte che insudiciavano i muri sono scomparse. Restano, appunto, da sistemare solo le ultime lastre di plexigas.
LA VEDUTA E proprio queste protezioni hanno creato polemiche nei mesi scorsi: altererebbero la conformazione stessa del Bastione. Ma, come spiegano i tecnici del Comune, non si poteva fare altrimenti: il dislivello tra il punto più alto calpestabile e la balaustra deve essere di un metro e dieci; è stato necessario, dunque, sistemare il plexigas, vista la presenza della panchine. Scelta obbligata perché, altrimenti, si sarebbe corso il rischio di dover chiudere lo spazio. Non solo: chi gestisce questi luoghi ha anche una responsabilità penale: qualche mese fa, l'ex sindaco di Firenze Dominici è stato condannato per la morte di una ragazza, caduta dal bastione del Forte del Belvedere.
Marcello Cocco