Il musical dei numeri record firmato da Riccardo Cocciante oggi, domani e mercoledì a Cagliari
CAGLIARI. “Notre Dame de Paris”, il più grande successo di sempre nella storia dello spettacolo in Italia, dopo i bagni di folla della scorsa estate, torna a grande richiesta a Cagliari. Oltre 7mila i biglietti già venduti in città. Si tratta dell’ultima occasione per assistere in Sardegna allo spettacolo che ha stregato milioni di persone e che, dopo la finale dell’8 settembre in scena all’Arena di Verona, si fermerà per un lungo periodo di pausa. La scorsa estate, il musical prodotto dal grande David Zard, andò in scena a Cagliari per cinque serate consecutive, dal 6 a 10 agosto, sfiorando la cifra di 20mila biglietti venduti. Adesso, dopo aver toccato le più importanti città italiane in occasione di un acclamato tour di ritorno, “Notre Dame de Paris” approda nuovamente in città, a grande richiesta, per tre date: oggi, domani e mercoledì 16, approdando per la terza volta in quella che è ormai diventata la sua casa isolana: l’Arena Sant’Elia a Cagliari. Quattro le repliche in programma, in scena tutte le sere alle ore 21.30.
“Notre Dame de Paris”, oltre ad essere il più grande successo di sempre nella storia dello spettacolo in Italia, è anche lo show tra i più popolari che sia mai stato prodotto in Europa.
È diventato un vero e proprio “cult”, grazie soprattutto al grande amore che l’affezionatissimo pubblico gli tributa ogni sera, affollando le rappresentazioni in ogni città della penisola, con repliche a colpi di sold out. In 15 anni di programmazione, ha superato i 3.500.000 di spettatori in 1.207 repliche, e sono state 46 le città visitate in Italia per un totale di 135 tappe.
In un momento storico particolarmente difficile come quello attuale, il bilancio di questo incredibile ritorno fa gridare al miracolo: da quando l’opera musicale firmata da Riccardo Cocciante ha ripreso le rappresentazioni a marzo dell’anno scorso. «Notre Dame de Paris ha cambiato il modo di fare un certo tipo di spettacolo», dice il musicista. E aggiunge: «Il mio intento era quello di creare un’espressione popolare moderna, recuperare la nostra cultura
europea e lo strumento della voce, inserendolo in un contesto moderno. Quest’opera non è una fotografia ma un’immagine in movimento che vive nel tempo e diventa ogni volta qualcosa di diverso, grazie alla forza attrattiva di una scrittura che ti porta dentro alla storia».