MARTEDÌ, 09 GIUGNO 2009
Pagina 2 - Cagliari
di Roberto Paracchini
Berlusconi battuto in casa dalla Calia Buona affermazione di Gian Benedetto Melis
CAGLIARI. Se il risultato di tutta l’isola ha premiato il Pd, che ha quasi raggiunto il Pdl, a Cagliari città il partito di Franceschini si è preso la rivincita. Se non proprio felice, almeno soddisfatto: il 33,58 per cento riportato alle europee significa dieci punti in più rispetto a quattro mesi fa. Alle recenti regionali il Pd aveva ottenuto il 23,52 per cento. Un ottimo risultato che, però, dice anche che le divisoni interne fanno molto male. Più che buona anche l’affermazione del Pdl, che ha portato a casa sei punti e mezzo di percentuale in più: da 32,97 a 39,52 per cento.
Certo, anche in città ha pesato il «voto astensionista», quello di chi ha preferito non recarsi alle urne. Una scelta rilevante perchè comprendeva sia il Psd’az, che l’area indipendentista che, per protesta contro la quasi impossibilità di piazzare un deputato europeo da parte degli elettori sardi, han dato indicazione di disertare le urne. Nelle ultime europee, del 2004, i votanti erano stati il 70,42 per cento, l’altro ieri solo il 46,16: 24 punti percentuale in meno.
Il Pd dovrà ancora recuperare se vorrà raggiungere il 36,20 per cento ottenuto nelle politiche del 2008 (gli mancano ancora tre punti). Raffrontato a quest’ultima elezione, però, sta peggio il Popolo delle libertà che aveva raggiunto il 43,66 (e che da allora ha perso quattro punti).
Chi invece può gioire senza se e senza ma, e sottolineare la sua avanzata sia dalle recenti regionali che dalle politiche dell’anno scorso, è il gruppo che fa capo ad Antonio Di Pietro. L’Italia dei valori, infatti, anche in città ha probabilmente raccolto la protesta degli anti-berlusconiani più convinti e ottenuto l’8,39 per cento. Quattro mesi fa aveva raggiunto un buon 5,81 per cento, pressochè identico al risultato del 2008.
Interessante anche il dato dell’Udc che sembra entrato, però, in una fase calante: l’altro ieri ha avuto il 4,79 per cento contro il 7,13 del febbraio scorso.
Non riesce, invece, ad uscire dalla crisi che la attanaglia la sinistra «a sinistra» del Pd: Sinistra e libertà assieme a Rifondazione comunissta e ai Comunisti italiani hanno ottenuto poco più del 6,5 per cento. Lo stesso risultato delle regionali, pur sempre meglio però in rapporto al 3,28 della Sinistra-Arcobaleno (che li raggruppava tutti) delle politiche del 2008. Ma per loro il discorso è più complesso e coinvolge i rapporti storici all’interno di quest’area.
Quanto a preferenze, curioso il sorpasso che Maddalena Calia ha fatto sullo stesso leader maximo Silvio Berlusconi che, in città, ha avuto 14.409 preferenze, mentre l’ex sindaco di Lula e parlamentare europeo uscente ha riportato 17.108 voti. Ottima affermazione anche quella dell’ex responsabile del Pd in Sardegna Francesca Barracciu (13.267 sì per la sua persona). Mentre il leader nazionale meno amanto dai cagliaritani (meno male) è stato Umberto Bossi che nella lista della Lega nord ha visto 80 voti riversarsi sul suo nome. Sempre più, ad ogni modo (di nuovo: meno male), del più votato della stessa lista (Maria Grazia Floris con 78 preferenze).
Nell’Udc una buona affermazione è stata ottenuta dal ginecologo Gian Benedetto Melis: 1.981 voti, di gran lunga il più votato della sua compagine. Dopo di lui c’era Saverio Romano con 175 preferenze. Molto amata in città, infine, la radicale Emma Bonino, che ha avuto 1.883 elettori, mentre lo storico Marco Pannella (il secondo dei votati) ha riportato solo 752 schede a suo favore.