Frasi inopportune e proposte indecenti nell'ambiente di lavoro
«Nessuna è al sicuro» Storie di donne che alle molestie hanno detto no
Durante un provino per una sfilata a Parigi o nell'infermeria di una nave nel porto di Cagliari. Ruoli e scuse diverse ma lo stesso disagio e la stessa forza di reagire, guardare in faccia l'uomo che avanzava pretese fuori luogo, prendere la porta e raccontare tutto a un amico, un collega, un genitore o la polizia.
A Chiara Corridori, modella cagliaritana che calca le passerelle di tutto il mondo, è capitato qualche tempo fa durante un casting nella capitale francese. Con la scusa della luce poco adatta a immortalarle il viso un fotografo le ha proposto di sfilarsi la maglietta per fare qualche scatto in topless. Lei non ci ha pensato due volte: superato lo stupore e l'imbarazzo, l'ha piantato in asso e ha raccontato tutto al suo agente. E ci tiene a precisare che quello in cui lavora «è un ambiente pulito e professionale, si è trattato di un episodio isolato che non ha avuto alcuna conseguenza».
IN INFERMERIA Stessa reazione per una studentessa dell'istituto alberghiero che l'estate scorsa a causa di un malore è stata portata d'urgenza nell'infermeria della nave a bordo della quale faceva lo stage. «Un uomo che si è presentato come medico le ha chiesto di sbottonarsi la camicetta e le ha rivolto parole del tutto inappropriate». La ragazzina si è rivestita e ha presentato denuncia. «È l'unica cosa da fare: denunciare sempre perché purtroppo, nonostante le rivelazioni degli ultimi giorni, c'è ancora tanto sommerso». Ci sono almeno tre buone ragioni per le quali Anna Maria Busia è titolata a esprimere un'opinione a riguardo: è una donna, un'avvocata e una consigliera regionale impegnata in una battaglia contro la violenza.
«NESSUNA ESCLUSA» «Non credo esista una donna che non abbia mai subito molestie. Forse non hanno capito quel che stava accadendo loro, per una mancanza di attenzione o di sensibilità, ma se ce ne fosse anche solo una vorrei conoscerla». Nessun dubbio su cosa debba essere considerato molestia e cosa no. «Credo sia violenza qualunque cosa venga fatta contro la mia volontà. Se un uomo sfiora il ginocchio di una collega o se le fa un apprezzamento pesante e non richiesto si tratta di violenza che può essere fisica o verbale».
Esistono però delle eccezioni. «Posso dire con assoluta certezza che il tribunale è un ambiente nel quale si lavora con regole certe e dove non mi è mai capitato nulla di sconveniente. Né da parte di colleghi e neppure da parte dei clienti che hanno un rispetto assoluto nei confronti del propri legale». Le certezze sembrano vacillare quando l'attenzione si sposta sulla politica. «Diciamo che è un mondo variegato».
AMBIENTI PROTETTI L'idea che esistano ambienti più sicuri di altri è anche della rettrice Maria Del Zompo: «Non ho mai subito molestie di nessun genere, né ricatti a sfondo sessuale per fare carriera. Quello che ho fatto è stato impegnarmi di più per dimostrare di essere più preparata dei colleghi maschi». Davanti all'ipotesi di scendere a compromessi spiega: «Non avrei ceduto».
PAROLE SBAGLIATE Pronta a difendere le proprie idee anche davanti al rischio di perdere il sogno di quando era bambina anche la violinista Anna Tifu. «Fortunatamente non mi è mai capitato. Magari visto che sono timida mi sono sentita a disagio in alcune situazioni, ma non c'è mai stata alcuna molestia e di certo non avrei ceduto a un ricatto». Da più di vent'anni in politica e neppure un complimento al momento sbagliato per Alessandra Zedda, ex assessora regionale che ha fondato un'associazione per il Reddito di libertà. «L'indipendenza economica è uno dei fattori che aiuta le donne a sentirsi libere di denunciare non solo in caso di molestie, ma anche quando sono vittime di violenze dentro e fuori le pareti domestiche». E assicura: «Ho fatto carriera con i concorsi pubblici di un certo livello e nessuno si è mai permesso di fare proposte inadeguate».
COME DIRE NO Al sicuro da ogni pericolo la tennista Anna Floris. «Credo ci siano settori più puliti di altri. Quello dello sport in generale e soprattutto del tennis è decisamente un ambiente sicuro. Mai visto o vissuto nessuna molestia. E comunque avrei saputo dire no».
Mariella Careddu